Il silenzio è dolo - Rant contro i costumi
Io detesto la mia pancia, ma i brand detestano me
STAI FERMA, SPARISCI E SPENDI
Ho sempre percepito come un problema l’aspetto della mia pancia: mai stata veramente tonica né piatta, neppure in quelle poche occasioni in cui la lascio a vuoto. Prima che qualcunə si irriti:
Non intendo appropriarmi di un dolore che non mi appartiene: ho un corpo conforme, mi sento sufficientemente rappresentata dai media, non subisco nessuna grave discriminazione legata al mio peso.
Non mi intesterò alcuna rivendicazione e né mi arrogherò il diritto di parlare dei corpi altrui, ma dell’unico che conosco bene: il mio.
Tornando ai costumi: dall’età di 13 anni ho indossato il costume a due pezzi sentendomi a disagio perché il mio aspetto non era quello che avrei voluto per me. Non era un malessere così “circoscritto” perché ho sempre passato molte settimane al mare: per ovviare a questo incomodo, quindi ho messo a punto due strade.
stare sdraiata sul lettino senza sottoporre il corpo a imprese che potevano esporne i difetti. Windsurf, beach volley, passeggiate sulla battigia: tutto bandito.
coprirmi in caso di movimento. Anche solo per comprare una Goleador al bar, shorts e maglietta erano assolutamente indispensabili.
Non ero circondata di corpi perfetti, le mie amiche non erano angeli di Victoria’s Secret, nessunə passante mi ha urlato culona inchiavabile, nessun ragazzo mi ha rifiutata per via del mio peso. Non piangevo, non odiavo l’estate e non avevo sviluppato un DCA, semplicemente
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