Newsletter Gynepraio Natale 2020
SONO SOLO CANZONETTE
Questa canzone di Gaber dura un sacco e questa newsletter è molto breve, per cui stavolta c'è solo questa. Credo sia uno dei brani meno natalizi di sempre, ma per quelli sapete di sicuro dove andare.
Però, a parte la storia narrata, credo contenga una grande sintesi del 2020.
E questo è il succo di questa storia
Per altro senza importanza
Che si potrebbe chiamare appunto resistenza
PS poi chi ho ripensato, alla playlist ho aggiunto un pezzo di Natale perché ok il tono intimistico, ma la vita è già abbastanza dura così.
VERGOGNARSI A NATALE
la mia enciclopedia dei sentimenti out of context
Un anno fa ero incredibilmente triste. Questa tristezza era aggravata da quello che definirei "First world resentment": essere triste, contro la mia volontà*, per il terzo anno consecutivo, nel periodo dell'anno che amo di più, è veramente una doppia disdetta.
Ero convinta che il mio progetto di famiglia fosse miseramente fallito. Anzi, dirò di più: ero convinta di aver puntato i miei denari sul cavallo zoppo. Avevo la sensazione di aver sbagliato: TUTTO.
Le persone che mi circondavano -e che grazie a Dio mi circondano ancora: lo dico perché quest'anno più che mai non è scontato- erano sinceramente preoccupate per me, e stupite della freddezza con cui stavo affrontando la situazione, di come riuscissi a mentire e tenere il dolore sotto controllo.
L'anno scorso, piena di rabbia, mi calmavo immaginando un Natale 2020 in cui sarei stata finalmente felice, in cui mi sarei goduta l'avvento, le candele, gli elfi, le caselline del calendario: una felicità composta, fatta di silenzio, serenità e accettazione. Mi figuravo una sera di metà dicembre in cui, dopo aver messo a letto Elia, aprivo una bottiglia di vino e sorseggiavo un calice davanti alla finestra pensando che ehi, era stata dura ma avevo ritrovato il centro di me stessa, brava Valeria! Nel mio film, mentre acquisivo questa consapevolezza, dal cielo cominciavano a cadere fiocchi di neve grossi come pugni.
Ecco, per effetto di una serie di azioni e reazioni -il Covid, qualche discorso ben assestato, innumerevoli sedute di terapia- il film che sto vivendo è davvero diverso: nel dicembre meno natalizio di sempre, dentro di me è davvero Natale.
È una serenità che non mi immunizza certo dalla paura del futuro, mio e del mondo. Però questo senso di benessere mi fa sentire totalmente fuori luogo, mi colma di vergogna: possibile che per essere felice tu abbia scelto proprio una pandemia?
So che ciò che sto per dire non mi fa onore, ma la gioia altrui -anche quando semplice, bella, genuina, meritata, non ostentata- non mi ha mai aiutato a sentirmi meglio: purtroppo, le belle vite degli altri mi hanno spesso ricordato quanto fosse deludente la mia, mi hanno spinto a chiedermi cosa ci fosse di sbagliato in me, perché la felicità mi scansava così abilmente, manco le avessi fatto qualcosa, ma vuoi spiegamelo, eh, felicità, cosa cazzo ti ho fatto?
Insomma, queste righe per dire che mi sto tenendo per non sbattere in faccia a nessuno questa benedizione, per non rendere noto al mondo quanto mi senta felice, per quanto la parola felice possa essere accostata a Valeria Fioretta.
Questo è probabilmente il massimo cui -complice un paio di bicchieri di vino rosso della Valle di Noto- riuscirò ad aprire la finestra su me stessa. Ma lo faccio per ricordarvi che la vita possiede una capacità di stupirci che andrà sempre e comunque oltre la nostra immaginazione. Non sottovalutatela mai.
*esistono condizioni in un cui si decide volontariamente e legittimamente di essere tristi, e non nascondo di averlo fatto anche io diverse volte ma non in queste specifico caso
IL SECONDO FIGLIO DEL PRIMO LOCKDOWN
dicevate tutti che avevo la voce da ASMR
IL 4 dicembre è uscto su Storytel il mio primo podcast "Genitori Onesti": scritto e interpretato da me stessa medesima, parla della sorprendente avventura di avere attorno creature piccole delle quali, tendenzialmente, non ci si può liberare mai. Oltre a me, intervengono tecnici, specialisti e numerosi genitori che ho intervistato e coinvolto. Ebbene sì, perché in questa serie parla davvero un sacco di gente.
In ognuna delle 6 puntate di questa (speriamo prima!) serie viene affrontato un tema caldo legato all’attendere, mettere al mondo e allevare un bambino per i suoi primi 6 mesi di vita: si parla di gravidanza, nesting, alto contatto, parto, puerperio e allattamento, da un punto di vista rigorosamente non bambinocentrico. L'obiettivo, insomma, sarebbe raccontare l'esperienza della genitorialità usando uno strumento e un tono di voce diversi, così da rendere questo contenuto interessante anche per chi ha figli grandi, oppure non ne ha affatto.
Nello scriverlo, nel raccogliere le testimonianze e registrarlo mi sono incredibilmente divertita ed emozionata: spero che una minima parte di queste emozioni arrivi alle vostre orecchie. Se volete ascoltarlo, registrandovi da questo link avete la possibilità di fruire gratuitamente di Storytel per 1 mese!
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