Newsletter Gennaio 2022
SONO SOLO CANZONETTE
una miniplaylist da ascoltare mentre si legge
Una miniplaylist che è praticamente una posta del cuore.
"Suspicious minds" per me un perfetto pamphlet sulla gelosia anche se pare che Elvis fosse un infedele e soprattutto crudele un gaslighter nei confronti di sua moglie Priscilla.
"Te lo leggo negli occhi" è la storia di una ricomposizione di coppia, che include un gesto importante: quello che la mia terapeuta chiamava "riparazione". La richiesta esplicita di perdono unito alla proposta di superare insieme il dolore in nome di un amore superiore e condiviso.
Ecco il mio appello del mese! Se non sapete riparare, o se avete un partner che non è capace di riparare, esercitatevi su chi non vede l'ora di imparare a farlo: vostr* figli*.
LE REVISIONI CHE OGNI TANTO SERVONO
che non è il revisionismo
Un po' prima di Natale, in concomitanza con la pubblicazione del sito nuovo, ho fatto una blog review: ho controllato, articolo per articolo a partire dal 2013, se c'erano affermazioni e contenuti che non condivido più, affermazioni o scelte semantiche in cui non mi riconosco. In generale, tutto ciò che per la mia sensibilità non è più accettabile.
Ho lasciato alcuni articoli un po' superficiali che probabilmente oggi non riscriverei e in altri mi sono limitata a sostituire specifiche parole (obesa, per esempio). Non ci ho messo più di un pomeriggio, il che mi lascia sperare che, alla fin fine, il mio blog non è invecchiato così male.
È stato come fare visita alla me stessa di 10 anni fa e trovarmi, per certi versi, migliorata. Ad esempio, ai tempi del suo esordio, pensai che Freeda fosse un progetto intelligente e innovativo: mi ci è voluto tempo per capire chi e cosa c'è dietro e prendere le distanze. Idem con alcuni personaggi del web che 5 anni fa mi piacevano ma che hanno preso una piega che non apprezzo più
Avrei dovuto e potuto prevedere queste evoluzioni, mie e altrui? Sicuramente oggi, che conosco meglio alcune dinamiche e ho sviluppato intuito, le comprenderei: ma all'epoca no. Tuttavia, l'aver rivisto la mia posizione su alcuni temi è figlia del fatto che, anno dopo anno, mi sono documentata: ascoltando, studiando, quindi svolgendo un lavoro intellettuale del quale sono -tronfiamente?- orgogliosa.
Quindi per me questo non è revisionismo, è diritto a cambiare idea. E pure in meglio.
SALES PAGES E RECENSIONI
ho cercato di spiegare quello che faccio
Momento di rapida autopromozione: ho scritto il catalogo dei miei servizi standard. Se ne avete bisogno, sentiamoci. Se potete, consigliateli a chi potrebbe averne bisogno.
Mettendo da parte il lignaggio piemontese, ho anche inserito anche le recensioni, finora tutte positive, delle ultime persone con cui ho lavorato.
A proposito di prezzi: sono volutamente molto attraenti ma questo non è, come una persona limitata potrebbe pensare, indice della qualità del servizio offerto o della mia autostima traballante.
Considero queste consulenze -in cui sono più abile- un grimaldello, un pretesto, un aggancio per proporre dei servizi complementari.
Siti personali e e-commerce, piani editoriali multicanale, shooting video-fotografici, e-mail marketing, gestione di blog: sono solo alcune delle attività che svolgo e che mi permettono di coinvolgere anche altr* professionist*, creando delle piccole task force che scongiurano il rischio peggiore per chi è freelance.
Esatto, avete capito: stare lì, in ripiegata solitudine, a guardarsi l'ombelico e ad autoconvincersi di bastarsi, o che che non ci sia modo di agire che non sia il suo.
MODELLI DI BUSINESS
come immagino la mia attività da creator
Sempre a proposito di prezzi e modelli di business, ho fatto la review dei miei introiti dell'anno 2021. Non sarò trasparente come Marcello Ascani: dopo aver visto il video sui suoi ricavi e costi mi sono sentita la piccola fiammiferaia e, comunque, resto una piemontese che non ama raccontare un certo di tipo di fatti propri. Quello che posso condividere è che il 75% dei miei incassi deriva dall'attività di Creator, il 15% dalla consulenza, l'8 dalla formazione e il 2% da altre voci (diritti d'autore, affiliazione etc.)
Citando la definizione appresa in questa newsletter di Valerio Bassan, sono una creator del tipo "Star" e potrei scegliere di vivere solo di quello.
Perché non lo faccio e non mi proietto al 100% in quella direzione? Non è facile spiegarlo, anche perché io credo nel ruolo del creator: non è un lavoro "caduco". Ci sarà sempre e sempre più bisogno di creators.
Ciò che è caduco sono le piattaforme, che hanno all'ingresso delle barriere tecnologiche più alte per chi non è giovanissimo; non significa che un cinquantenne non possa spopolare su TikTok, ma che gli costa di più (intellettualmente ed emotivamente) imparare a usarlo e trovare la sua voce.
Forse non riesco a votarmi del tutto a questa professione perché non posso garantire l'esposizione mediatica che servirebbe per fare i big numbers. Sono piuttosto certa che, se aprissi di più la finestra sulla mia vita -con tutto ciò che questo significa- avrei crescite esponenziali.
Amo pensare alla mia esperienza di creator come:
- un modo per consolidare una "voce", la mia, che spero di far valere anche in altri contesti
- una palestra per la mia esperienza in marketing e comunicazione
- uno strumento per finanziare i miei sogni di gloria, che vanno dal vincere lo Strega, a scrivere una serie TV, ad avere una posta del cuore radiofonica e aprire un'agenzia con le mie amiche.
Come raggiungerò questi sogni? E, cosa più urgente, come gestirò i risvolti etici di un lavoro che è diretto figlio del consumismo? Ne parlerò tra non molto sul blog, appena mi sarò chiarita le idee.
ARTICOLI RECENTI CHE VALE LA PENA RECUPERARE
Dai che forse riesco a scrivere ancora!