Newsletter Gynepraio Giugno 2020
SONO SOLO CANZONETTE
Quando c'è stata la possibilità di uscire, fare scampagnate e fughe al mare, ho subito pensato a Wanda di Paolo Conte. Ascoltatela: c'è forse qualcosa di più pittoresco, di più spropositatamente italiano di una coppia che fa una gita domenicale per mangiare in spiaggia? Quando la ascolto mi sento così intrinsecamente parte di questo popolo sgangherato e penso che mai, mai vorrei andarmene in un altro luogo.
La strada dentro i sandali, il naso triste di Bartali, il gelato al limon, l'intelligenza degli elettricisti, i cielo azzurro e alto e la capotte della Topolino Amaranto: è un effetto che mi fanno tutti i brani di Paolo Conte scritti prima degli anni '70, una rievocazione sottile dei motivi per cui sono felice di essere dove sono.
"Moi Lolita" di Alizée la metto solo per ricordare, più a me stessa che a voi, che questo brano ha 20 anni.
HO PENSATO ALLA SENSUALITÀ
(probabilmente, la mia riflessione migliore degli ultimi tempi)
Se vi sentite sensuali, voluttuose, dotate di una grande carica erotica, questo pezzo non vi interesserà. L'altra sera, durante una cena con le mie amiche (la prima dopo il lockdown!) ho confessato che io mi sento poco sexy. Non significa che mi sento brutta, indegna di attrazione ma che mi sembra quasi inconcepibile, ultimamente, che io generi desiderio.
Questa mancanza di autostima (perché quello è) che -stiamo tutti tranquilli- compenso in altri modi e non mi fa certo perdere il sonno, mi indebolisce, mi curva la spina dorsale. È come se mi sentissi meno viva, meno me stessa, meno vibrante.
Allora sono andata alla ricerca delle fasi della mia vita in cui mi sono sentita più sexy e, sorpresa, non erano quelle in cui avevo una vita sessuale più intensa o quelle in cui ero più amata. Non mi fanno sentire particolarmente sexy i capelli appena ritoccati, le unghie laccate, l'inguine liscio: quello lo chiamo semplicemente "essere in ordine". Nemmeno quelle due, o forse tre, volte in vita mia in cui ho indossato qualcosa di scollato (di corto no, lo escludo, perché non è mai accaduto) mi sono sentita sensuale.
Le poche e brevi stagioni in cui ero orgogliosa di portarmi in giro, forte, padrona di me sono state quelle in cui facevo sport. Quando correvo e seguivo la Bikini Body Guide -pur avendo fondamentalmente la stessa forma che ho adesso- mi sentivo guizzante e reattiva. Mi sembrava di poter contare sulla macchina-corpo.
Non parlo di discipline eroticamente connotate tipo poledance o burlesque, attività che peraltro non ho mai praticato: la corsa è ampiamente sufficiente a generare quei microcambiamenti che mi fanno sentire viva, che mi regalano il livello di allerta fisica delle Australopiteche che correvano inseguite da animali feroci nella pianura del Serengeti.
Sono anni che cerco una motivazione per dedicarmi seriamente allo sport e forse questa è l'unica davanti alla quale potrei capitolare.
UNA DIRETTA IN CUI SI PARLA DI LAVORO
insieme a un suggerimento di lettura
Qualche giorno fa Giulia Torelli di RockandFiocc ed io abbiamo tenuto una diretta Instagram a tema "lavoro per giovanissimi": come procurarsi esperienza quando non si ha esperienza e nessuno vuole assumerti perché, appunto, non hai esperienza. La potete recuperare cliccando sul pulsante rosa qui sotto, in attesa della seconda parte intitolata "personal branding per giovanissimi" che si terrà il 18 giugno alle 14:00.
Mentre la riascoltavo, ho rilevato che nessuna di noi ha menzionato una caratteristica fondamentale per i giovani professionisti: la perseveranza. Forse perché non è un mio pregio o forse perché ho sempre fatto lavori in cui contavano il guizzo, l'exploit e la creatività, non mi è balenato in mente di menzionarla.
Per compensare, vi segnalo una graphic novel canadese intitolata Come la gente normale: sono le vicende di una neoassunta in uno studio legale canadese, che si chiede se tutto quel lavorare ha senso, qual è il suo ruolo all'interno dell'organizzazione, a cosa sta rinunciando in nome del lavoro. Io l'ho amato molto, sebbene parli di un ambiente professionale che non conosco e che sinceramente non mi attrae affatto. Affronta comunque dinamiche e dubbi che toccano, prima o poi, anche chi lavora in consulenza o finanza e secondo me molte potrebbero riconoscersi.
FIGLI: PERCHÉ VEDERLO
monologhi e dialoghi
"Figli" è un film sceneggiato da Mattia Torre -purtroppo scomparso prima della produzione- e diretto dal suo assistente Giuseppe Bonito.
La narrazione della genitorialità è un tema che mi sta particolarmente a cuore e sul quale ricerco continuamente ispirazione. "Figli" parla del lato grottesco dell'essere genitori (romanzandolo, ovvio: fa ridere) e della difficoltà di diventarlo nel XXI secolo, in questo Paese, con questi stipendi e questa organizzazione dei tempi.
"Figli" è stato ispirato da un articolo poi divenuto un monologo di Mattia Torre e secondo me sono proprio i monologhi il suo punto di forza: ve ne segnalo altri 2 che valgono da soli i 90 minuti del film.
-Paola Cortellesi e la sua accorata invettiva contro i boomers che potrei tranquillamente aver pronunciato io
-la pediatra che, poco prima della fine, parla della necessità di "accettare" prima di voler introdurre cambiamenti
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PAVIMENTO PELVICO, QUESTO SCONOSCIUTO
un po' di informazione scientifica sul tema
Ho avuto l'occasione di sottopormi alla valutazione del pavimento pelvico dinanzi agli occhi vigili di una delle ostetriche italiane più preparate sul tema: Rita Anna di Molfetta. È stato come provare un nuovo sport e scoprire che ci sono muscoli di cui non sospettavi l'esistenza.
In verità avevo un po' studiato ascoltando Pureeros Live: si tratta del nuovo podcast condotto da Virginia Cerrone, la cofondatrice di Pureeros, la piattaforma dedicata al benessere intimo femminile.
In attesa del mio resoconto che uscirà a breve, vi consiglio di ascoltare 2 puntate: quella dedicata proprio al pavimento pelvico in cui interviene l'ostetrica Rita Anna di Molfetta e quella sul dolore.
Il -temo lunghissimo- post che sto scrivendo parla soprattutto del post-gravidanza e propone una selezione di prodotti scelti dallo staff di Pureeros utili alla ripristino del benessere pelvico dopo il parto. Se volete cliccare sul bottone rosa, cominciare a dare un'occhiata e a beneficiare dello sconto valido fino al 13-07, queste sono le condizioni:
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HO PRENOTATO UN VOLO
yesssss, vado al mare 10 giorni
Non so come andrà: 10 giorni con Elia e mia mamma al mare, nel nostro solito villaggio in Calabria, praticamente vuoto e disabitato visto che sarà giugno e soprattutto visto che le spiagge non sono ancora state allestite.
Sarà una vacanza wild, temo, ma spero anche di respirare e riposarmi. Ebbene sì: mi svenerò, impazzirò a ridosso della partenza ma in quei giorni non intendo lavorare.
Se mi sento coraggiosa -ancora non lo so, su questo punto devo capirmi meglio- potrei addirittura non portare il computer. A meno che non mi venga l'ispirazione per scrivere il romanzo del secolo, ma sappiamo tutti che è un'ipotesi remota.
LA CREATIVITÀ FINE A SE STESSA
ho fatto piccole cose con le mani
Una delle cose che mi vengono notificate più spesso da terapeuti, consulenti, trainers, coach e in generale dalle persone cui racconto i fatti i miei è che raramente mi diverto nel cimentarmi in cose che non mi vengono bene. In realtà non è verissimo: mi cimento volentieri in discipline nuove, e spesso mi diverto anche, ma sempre con l'obiettivo della proficiency, del padroneggiare prima o poi la materia e vedere risultati.
Difficilmente persevero nel fare qualcosa che, prima o poi, non riveli risvolti utili: devo trovare una parvenza di praticità, possibilmente in tempi rapidi. Il risultato, insomma, è che non dipingo, non pasticcio, non impasto.
Qualche tempo fa ho iniziato una collaborazione con Carioca il cui motto è proprio #createtolearn. Per lavoro, ho dovuto provare strumenti colorati per scrivere, disegnare e scolpire; mi hanno pagato per creare cose che prima non c'erano, capite? E, indovina un po', mi sono divertita un sacco. Ho disegnato con cura la routine di mio figlio su un tabellone (lo facevo già prima, ma maluccio), ho scolpito decine di creature in pasta modellabile, ho scarabocchiato ovunque. Per carità, ho dovuto sempre premettere che la mia vena artistica è chiusa, perché la sindrome dell'impostore è sempre dietro l'angolo, ma questo non ha tolto nulla all'esperienza.
Se mi sono ricreduta io, potete provarci anche voi, con o senza bambini: fino al 30-06 con il codice GYNEPRAIO avrete uno sconto del 30% valido su tutto l’assortimento Carioca e su un ordine minimo di 35€ (da scontare!), tranne che sui prodotti della sezione outlet. Le spese di spedizione, come per tutti gli ordini superiori a 25€ sono gratuite.
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LINKEDIN
devo afferrare la questione per le corna
Qualche giorno fa leggevo un articolo scritto da un'amica sul tema del feedback e mi sono ricordata quanto mi infastidissero, da dipendente, le sgridate in pubblico, i mancati riconoscimenti degli sforzi e soprattutto i finti colloqui di avanzamento improvvisati alle sei meno un quarto del 23 dicembre.
Eppure sono una di quelle che su LinkedIn non utilizza mai lo strumento delle recensioni. Molto male, direi, perché penso che farei del gran bene alle persone con cui ho lavorato.
Una parte importante del mio percorso di orientamento riguardava LinkedIn.
Avevo pensato di sistemare il mio profilo aggiungendo ruoli e skills, ma soprattutto di definire un piano editoriale di contenuti interessanti per i miei contatti alcuni dei quali anche scritti da me negli anni.
Ebbene, non ho fatto niente di tutto ciò: il lockdown ha completamente annichilito la mia capacità di pensare al futuro, che era già stata messa a dura prova da un po' di mesi di ansia e concitazione. Il mio profilo è fermo ad agosto 2019.
Se siete utenti di LinkedIn, vi andrebbe di scrivermi cosa vi piacerebbe leggere su un profilo come il mio? Ovviamente parlo di contenuti utili (e non per forza prodotti da me!).
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