LA LETTERINA
Adele [nome di fantasia mutuato da celebre cantante sottona] è stata sposata e ha un bambino di 12 anni. Si è separata all’inizio del 2023, per fortuna da un uomo civile, perbene, piuttosto mite, ottimo padre e marito devoto. Al momento sono alla ricerca di una soluzione logistica e residenziale che funzioni per entrambi: con l’aiuto di uno studio legale stanno decidendo come gestire la casa di famiglia e come mettere in piedi una routine soddisfacente anche per il figlio.
L’ex marito di Adele non desiderava separarsi e sta subendo questa decisione, che non è certo arrivata come un fulmine a ciel sereno: anzi è il frutto di anni di discussioni e riconciliazione, allontanamenti e promesse, alti e bassi di ogni genere, sempre avvenuti -Adele ci tiene a dirlo perché me lo ripete 74 volte- nel solco della decenza, con affetto, rispetto, dispiacere. Non sono mai volati piatti né paroloni in questi anni di relazione.
Pur senza minacciarla, stalkarla né sottoporla ad abusi fisico-verbali, costui continua a scriverle email e messaggi infiniti in cui le chiede di fidarsi di lui, di provarci ancora, di dargli un’altra possibilità perché è cambiato, ha compreso i meccanismi inceppati, hanno tutta la vita davanti. Adele mi ha incollato qualche estratto e appaiono strazianti, trasudano amore e desiderio di prendersi cura di questa relazione.
Adele sente che questa comunicazione così sbilanciata la fa sentire in colpa, la espone al rischio di tentennamenti che diversamente non avrebbe e le impedisce di guardare oltre. Non trova le parole per far capire all’ex marito che deve mollarla senza farlo soffrire.
LA RISPOSTINA
Cara Adele, sarà più difficile indurre te a prendere posizione o convincere lui ad accettarla senza scalpitare? Io mi applico su entrambi i fronti, poi vedi tu che farne. Sono 3 i punti su cui potresti soffermarti.
CONSENSO. So che il tuo ex marito non ha mai usato la forza, ma l’idea che attraverso la persuasione riuscirà a farti cambiare idea dopo mesi che l’hai presa e gliel’hai comunicata significa che, da qualche parte del suo civilissimo io, è radicata la convinzione che a volte NO voglia dire SÌ.
È una convinzione che molti uomini hanno fatto propria
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