Brutali Saluti - Santo Stefano edition
La posta del cuore in cui -se serve- ti tratto di merda
LA LETTERINA
Chiara [nome di fantasia che casualmente corrisponde a quello di un’influencer arricchitasi coi dolci di Natale] ha 36 anni, lavora come insegnante di sostegno, ha un marito che si occupa di amministrazione. È in salute, vive in un cittadina di provincia del Nord Est, fa collanine e balla reggaeton.
Ha la perenne sensazione che tuttə siano ricchə, felici, magrə, benvestitə e che solo lei arranchi disperatamente per ottenere qualsiasi cosa, che sia la piega liscia o il mutuo. Dice che si sente così dinanzi alle viteperfette™️ che vede su Instagram, ma anche a quelle di amiche, colleghe e parenti il cui benessere le ricorda la sua mediocrità e la sua fatica (parole usate da lei stessa). “Io non sono una persona invidiosa e arrabbiata”, ci tiene a sottolineare Chiara: non augura il male, non vuole che vuole nessuno finisca sul lastrico. Vorrebbe solo, ogni tanto, sentirsi baciata dalla fortuna anche lei.
Chiara ci tiene così tanto a spiegare il suo punto di vista che mi dice di provare questo disagio anche nei miei confronti ma che, siccome pensa che io possa capirla, ha deciso di dirmelo. Apprezzo la sincerità Chiara, penso di poterti comprendere.
Ecco come uscirne! Oddio, paroloni che volano: ecco come darti una calmata.
LA RISPOSTINA
Chiara, secondo me il discorso andrebbe articolato su due piani. Il primo piano si muove attorno alla dimensione privata del desiderio: la brama è un motore di riflessione potentissimo, a più livelli, e ignorarlo sarebbe sbagliato. Ehi, per argomentare questi pensieri, potrei usare un esempio tratto dal web! Che ne so, una professionista della salute mentale che
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