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Questa playlist è un tributo alle grandi assenti del 2023: le produzioni video. Non ho guardato serie e se si escludono i film d’animazione per bambini sono anche andata pochissimo al cinema. Per quel mio problemino di sonno precoce -alle 10 sono in catalessi- ma anche come forma di autodifesa dall’eccesso di stimoli. Non so se sia proprio grazie alla rinuncia -non così sofferta e dolorosa, che si sappia- alla TV che quest’anno ho letto così tanto, e così bene.
“Mercoledì” e “X-factor” sono letteralmente le uniche cose che sono riuscita a vedere nell’ultimo mese: per cui, iniziamo con Goo Goo Muck dei The Cramps, soundtrack di un balletto pazzesco. Spoiler: amerei essere Mercoledì, ma sono totally la preside Weems. Di Beatrice Quinta ho detto che era un genio all’istante 1, e continuo a pensarlo.
In queste settimane sto finendo di impaginare le slide per il corso “Promuovere le opere letterarie” che terrò per Scuola Holden: a tal scopo ho intervistato alcunə autorə esordienti che hanno interpretato in modo personale il concetto di promozione.
Una è Valeria Tron, autrice de “L’equilibrio delle lucciole” uscito per Salani quest’estate e che io non ho ancora letto. Volevo sapere come ha creato attorno alla sua opera una piccola community così affettuosa e compatta. Lei mi ha risposto che il suo romanzo funziona perché è stato scritto per le persone e non per i soldi: le persone, se scrivi per i soldi, dopo un po’ lo capiscono. Valeria Tron ha fiducia nel fatto che che, se giungerà alle persone, esse ameranno il suo romanzo e indurranno altri ad amarlo, sottraendolo dal grande rischio dei casi letterari: non restare, rivelarsi effimeri.
Visto questo intento, la promozione de “L’equilibrio delle lucciole” ruota attorno alle presentazioni. Decine, anzi, centinaia di presentazioni ad alto contenuto di umanità, alcune tenutesi in luoghi non propriamente adibiti alla letteratura come i rifugi alpini.
Quando le ho chiesto come ha fatto a conciliare la scrittura (e successivamente la promozione) con la sua occupazione di artigiana, Valeria ha risposto di aver volutamente ridotto il tempo dedicato al lavoro “convenzionale”. Ma nulla sarebbe stato possibile senza la collaborazione di suo marito, che si è occupato di casa e figli, l’ha accompagnata nei luoghi meno raggiungibili, l’ha sostenuta sia in modo pratico che emotivo.
Quando mi chiedono se mai mi sono sentita miserabile nel vedere le altrui vite perfette, vi dirò: non mi hanno mai triggerato i soldi, le vacanze tropicali in catamarano né i neonati di 3 settimane che dormono 12 ore di fila.
Ma il supporto incondizionato dellə partner, quello sì. L’idea che, se quella cosa è importante per me, se è uscita dalle mie mani e dal mio ingegno, se reca con sé un pezzo del mio cuore, allora tu farai uno sforzo affinché viva e vada nel mondo.
Anche se quella cosa non ti piace così tanto, anche se non avrà successo e non genererà denaro, anche se tu non lo chiederesti mai all’altrə, anche non ci sarà occasione di essere ricambiatə: deve essere un’azione più che spontanea. Me lo immagino come un riflesso automatico, un atto di default.
Quel supporto ho (quasi sempre) dovuto guadagnarmelo, sempre con un certo senso di rivalsa, con l’ostinazione e a volte pure con la disperazione, rigorosamente da sola. Abbandonarsi con fiducia a questo caldo abbraccio, per me, è esattamente il contrario della solitudine. Chissà com’è.
“Tasmania” di Paolo Giordano è un libro sull’affascinante relazione tra scienza e scrittura. La storia è quella di un giovane uomo -alter ego dell’autore- circondato da altri colleghi e amici, a lui accomunati da una notevole preparazione accademica. Questo bagaglio scientifico non facilita il loro viaggio nel mondo, non fornisce loro una chiave interpretativa speciale, non li pone al riparo dalle avversità. Alle vicende personali del protagonista, ai suoi “puny sorrows” s’intrecciano le grandi ansie mondiali: la crisi climatica, il terrorismo, il rischio di una guerra nucleare.
Ma Paolo Giordano riserva pari dignità alla preoccupazione particolare e a quella universale, consentendo all’une di ridimensionare l’altra, mostrando come la natura dell’uomo consista nell’andare avanti anche quando la ragione suggerirebbe di sedersi e aspettare che tutto imploda attorno a noi.
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Valeria
In tutti i luoghi e tutti i laghi
Vorrei essere un tipo misterioso, conturbante e sfuggente, ma la verità è che mi trovi in 3 secondi e ovunque.