Il silenzio è dolo - perché odiamo ə bambinə?

La differenza tra adults only e childfree, e qualche pensiero

I LUOGHI CHILDFREE DOVREBBERO ESISTERE?

Esistono delle esperienze inadatte aə bambinə, e solo a un genitore folle verrebbe in mente di includerlə: una via ferrata, un film ad alto tasso erotico, un melodramma in 3 atti, un rifugio alpino oltre i 3000m raggiungibile solo a piedi, un ristorante pluristellato con un menu di 28 portate a base di funghi fermentati. In questi casi, definirli “adults only” è un modo per proteggere ə bambinə (che sono giustamente una fascia meritevole di speciali tutele) dalle idee del cazzo di unə adultə.

Ci sono luoghi ed esperienze che, al contrario, sono potenzialmente accessibili e interessanti anche per ə bambinə ma riservati a clienti paganti che non gradiscono la loro presenza: chiamarli “childfree” è una scelta a beneficio e tutela deglə adultə (che non mi risulta siano una categoria bisognosa di protezione). È legittimo impedire a delle persone di accedere a un luogo sulla base di una caratteristica come l’età, anche se questa caratteristica non è di per sé impediente? Visto che non sono una giurista, più che legittimità io mi preoccupo del marketing. Esistono così tanti modi creativi per dichiarare in modo implicito il target di un certo luogo, bene o servizio che mi pare quasi superfluo specificare esplicitamente che i bambini non sono ben accetti: se si usano sapientemente le leve di comunicazione, ci sono ottime chance che non ce ne sia nemmeno uno, o comunque di contarne così pochi da non snaturare lo spirito del luogo (dubito che due sparutə bambinə per quanto vivaci siano in grado di compromettere una vacanza). Quindi secondo me il concetto di luogo childfree è, se non illegittimo, quanto meno poco elegante.

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CHI LI AMA E LI FREQUENTA È FIGLIO DI ERODE?

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