Il silenzio è dolo - quella canzone di Cristicchi ti ha dato fastidio?
L'orecchio diceva "che tenero", lo stomaco rispondeva "mah, insomma"
Quando ho brevemente esternato su Instagram la mia opinione sulla canzone “Quando sarai piccola” portata da Simone Cristicchi sul palco di Sanremo 2025, il feedback che ho ricevuto più spesso è stato: "ecco cos’era quel disagio che provavo. Trovo anche molto interessante che questo senso di disagio sia andato crescendo nel corso delle serate: se martedì 11 febbraio tutti urlavano poeta poeta, già all’esibizione successiva il sentiment generale si era fatto più scettico e non solo per i commenti di stampa e critica musicale. Il motivo per cui moltə hanno avvertito un senso di dissonanza senza riuscire a verbalizzarlo, è che il nucleo più urticante della canzone è ben mimetizzato dalla sua pretesa di universalità.
Chi è stato vicinə a un genitore affetto da decadimento cognitivo conosce il gusto dolceamaro di quella fiducia incondizionata, la tenerezza che si annida nella fatica, il senso di utilità che può dare la responsabilità. Moltə ascoltatorə sono stati felici all’idea che emozioni così forti (non ambivalenti, ora non esageriamo) ricevessero finalmente un po’ di visibilità. Se questa canzone ha dato dignità e senso al vostro ruolo di caretaker, e vi siete sentitə vistə, buon per voi.
Lo scrive molto bene Stella Pulpo nella sua ultima newsletter: individuare un cespuglio di bacche di dolcezza in un bosco di difficoltà è rincuorante, dà senso al cammino. Se edulcorare la situazione la rende più sopportabile, se raccontarsi una storia poetica (AKA romanticizzare) serve a qualcunə per sentirsi meno solo, ben venga.
Se Cristicchi si fosse limitato a contemplare questa inversione dei ruoli, evidenziando i risvolti più teneri e persino ironici di una relazione ribaltata, la canzone sarebbe stata semplicemente ciò che è: un pezzo dimenticabile pieno di rime mediocri, ma a suo modo pionieristico all’interno del pop e di Sanremo. Purtroppo, però, non si è fermato lì.
RESTITUIRE L’AMORE
A farmi inorridire è l’idea, purtroppo nient’affatto velata, che i gesti di cura nei confronti della madre non autosufficiente siano volti a
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