LA LETTERINA
Serena [nome di fantasia che non corrisponde affatto allo stato d’animo della mittente che ho sentito a tanto così 🤏 dal perdere la brocca) ha un problema con i suoi genitori che possiamo sintetizzare in: non li sopporta più. Cioè ha pazientato per 35 anni, è stata zitta, si è tenuta il suo risentimento e ora è piena come il Nilo prima di esondare.
A suo dire, e non ho motivi di credere il contrario, sua madre l’ha sempre trattata male. Preferendole quel decerebrato di suo fratello (semicit.), inventandosi ristrettezze economiche inesistenti per impedirle di frequentare l’ateneo che voleva lei, imbarazzandola a più riprese dinanzi ai suoi amici e fidanzati, denigrando il suo aspetto fisico, non riconoscendo gli sforzi che faceva per essere d’aiuto e renderla orgogliosa.
La misura è ufficialmente colma da quando è nata la figlia di Serena e sua madre ha iniziato a commentarne negativamente il comportamento (che consiste al momento nel mangiare, dormire e gattonare visto che ha 8 mesi), ricavando illazioni sulla sua indole e e oscuri presagi sul suo futuro. Il padre, secondo Serena, è fatto di una pasta meno grama ma è un vigliacco che le ha sempre permesso di agire così: in questo scenario non può essere considerato un agente attivo né un alleato.
Serena ha visto i suoi genitori (che vivono a circa un’ora di strada da casa sua) a maggio per l’ultima volta, non ha trascorso nessun giorno di ferie presso di loro, sebbene si trovi in congedo di maternità e nonostante le loro richieste: si è resa conto che il suo umore migliora del 200% se non vede sua madre. Non sa se proseguire con questo regime no contact, perché si sente crudele e degenere.
LA RISPOSTINA
Allora Serena, io non sono nessuno per trasformare le tavole della legge in carta straccia però il comandamento onora il padre e la madre è nato dal bisogno di mantenere lo status quo in una società patriarcale e non certo con nobile intento di allevare persone felici.1 Stai attraversando un momento delicato, costellato di sonni interrotti e tempeste ormonali. Insieme al padre di tua figlia, sei responsabile di una nuova vita. Non ti trovi in condizioni di bisogno materiale. Hai individuato -peraltro a costo zero!- il modo per vivere più serenamente questa fase con maggiore serenità. Pertanto il mio consiglio, almeno nel breve periodo, è
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