🎵 Sono solo canzonette 🎵
Due pezzi che parlano del bisogno e della gioia di appoggiarsi ad altre persone nei momenti di scoraggiamento. Ed è precisamente ciò di cui scrivo oggi: le origini storiche della sfiducia, nel futuro e anche negli investimenti. Lo faccio a partire dal libro “Investire in parole povere” di Pecuniami1 edito da Corbaccio, che trovi in libreria dal 31 gennaio 2025 e che sostiene il numero di febbraio di questa newsletter.
Durante molte conversazioni e nei miei percorsi di formazione ho rilevato tra ə mieə coetaneə un’attitudine sfiduciata verso l’investimento: una posizione dimessa, passiva, in cui avverto un mix di senso di inadeguatezza e timore. Non voglio liquidarla come banale “paura” ma inquadrarla in una cornice più ampia: se analizziamo il contesto in cui noi millennials siamo natə e cresciutə, è uno stato d’animo perfettamente spiegabile.
La storia
Gran parte delle scelte e dei comportamenti deglə italianə in ambito finanziario si spiega analizzando la storia del nostro Paese e la cultura finanziaria che ne deriva. Tra investimento e risparmio (no, non sono la stessa cosa), preferiamo sicuramente il secondo: non solo perché lo incoraggia la Costituzione, ma perché abbiamo imparato la lezione. Due Guerre Mondiali, precedute da secoli di incertezza politica, hanno creato un’urgenza condivisa che si è tramutata in un mandato intergenerazionale: comprarsi una casa solida e accumulare per i tempi difficili, che al 99% arriveranno.
Gli Stati Uniti hanno letteralmente scoperto concetti come sicurezza e minimalismo pochi anni fa, mentre i nostri progenitori accantonano, ponderano, riutilizzano e riparano da sempre. Moltə italianə -evidentemente non mieə coetaneə- sono uscitə dalla miseria o hanno costruito patrimoni solo attraverso un’attenta politica di risparmio2, e quindi continuano a vedere in questa pratica l’unica via per il benessere.
Anche per la clamorosa assenza dell’educazione finanziaria dai programmi scolastici ministeriali, l’importanza del risparmio non viene ridimensionata, posta in discussione o anche solo messa in relazione con l’investimento.
La psicologia
La fiducia dei risparmiatori italiani è stata pesantemente minata da alcuni scandali domestici -e non- che hanno coinvolto società quotate in borsa e gruppi bancari: Bancopoli (2005), Parmalat (2003), Enron (2003), Lehman Brothers (2008). Per non parlare dei turbamenti socio-politici:
La faccia di mio padre che controlla l’andamento dei titoli sul Televideo nei giorni post 11 settembre, io me la ricordo eccome: era tipo così 😳
Sebbene oggi il mercato finanziario sia meno sfuggente e più tutelante rispetto a vent’anni fa, non è facile sorvolare su quelli che per alcune famiglie sono stati dei traumi a tutti gli effetti.
Esiste poi un’altra barriera psicologica, prettamente di genere, che vorrebbe le donne impreparate e inadatte a parlare di denaro anche laddove possiedano tutti gli strumenti cognitivi e anche economici per accedere alla pratica dell’investimento.
Il marketing
Le teorie elaborate negli anni ‘50 da Franco Modigliani3 sul ciclo vitale del risparmio hanno “forgiato” l’offerta dei servizi finanziari: banche, gestori e consulenti parlavano a un target maschile, dotato di un lavoro e una struttura familiare stabile, con un’aspettativa di vita di circa 70 anni. La curva che descriveva il ciclo di vita del risparmio non rappresenta più la situazione attuale: una popolazione lavoratrice distribuita su due generi e che camperà 90 anni, con percorsi di carriera discontinui e incrementi reddituali tutt’altro che lineari. Sebbene siano nati prodotti finanziari più adatti e accessibili, il linguaggio e il marketing della finanza non sono ancora tarati per educare e persuadere giovani squattrinatə, precariə, istruitə eppure bisognosə di personalizzazione e relazione: un target, diciamolo, più faticoso e meno interessante rispetto ai loro genitori.
3 ragioni per leggere “Investire in parole povere”
apprendere e mettere in relazione termini del gergo finanziario che ci girano in testa come mosche in un barattolo: PIC, PAC, ETF e tuttecose
analizzare i propri bisogni di piccolə investitorə per scegliere la figura professionale di supporto e anche i prodotti migliori
ricevere rassicurazioni sui timori che impediscono di investire e che rientrano nelle aree che ho esplorato: storia, psicologia, marketing
“anche chi non nasce riccə può avere una vita finanziaria soddisfacente che lə metta al riparo dai rovesci della fortuna gestendo il proprio risparmio e trasformandolo in patrimonio. Un percorso che può iniziare in qualsiasi momento della vita e a seconda della disponibilità di ciascunə” (Investire in parole povere Pecuniami)
Sono circa 200 pagine, ricchissime di esempi e metafore estremamente calzanti, per padroneggiare i concetti essenziali e acquisire una soglia minima ma ampiamente sufficiente di self confidence per passare all’azione. Una volta abbattute le barriere all’ingresso, io credo davvero che un altro modo di investire sia possibile e, sì, anche accessibile 🍀. Buona settimana a tuttə
PS quanto sarebbe stato più bello concludere con PAC e bene? Purtroppo anche al cringe c’è un limite.
Chi è Pecuniami?
Alle spalle di Pecuniami c’è Aminata Gabriella Fall con la sua ventennale e variegata carriera in banca: oggi è al centro di una community di donne desiderose, seppure talvolta timorose, di acquisire consapevolezza finanziaria e costruire la propria indipendenza economica. Alla sua attività divulgativa sui social ha affiancato anche corsi e consulenze. Trovi il suo libro Investire in parole povere edito da Corbaccio in libreria e nei principali marketplace.
In tutti i luoghi e tutti i laghi
Vorrei essere un tipo misterioso, conturbante e sfuggente, ma la verità è che mi trovi in 3 secondi e ovunque: Sito - Instagram - Facebook - Twitter - LinkedIn - Telegram
al secolo Aminata Gabriella Fall
oggi non è più possibile, se te lo stai chiedendo 😂
il vincitore del premio Nobel per l’economia del 1985, non Amedeo il pittore!