Il silenzio è dolo - pasticcionə, poverə o geniali, l'importante è fingere
Metodi per risultare sgradevoli ai miei occhi
Venerdì 20 giugno, giorno in cui sto scrivendo questa newsletter, sono in un mood così pessimo che potrei chiamare Treccani e incaricarmi di riscrivere il lemma stesso di nervosismo. Userò questa newsletter come sfogatoio: sentitevi quindi liberə di fare altrettanto, non solo non respingerò la vostra rabbia ma financo la farò mia e la userò come benzina sul sacro fuoco del mio malumore. Un malumore, beninteso, autoriferito e originato da questioni squisitamente personali, che prescindono da altri temi, ben più gravi, di respiro internazionale: insomma, sono arrabbiata per degli stupidi fattarelli miei.
Lo dico? Mi sento spesso sopraffatta dalla complessità della vita nonostante essa non sia di per sé complessa. Ho un solo compagno e nessun amante, un solo figlio sano e non particolarmente richiedente, una mamma in salute e collaborativa. Faccio un lavoro flessibile, in cui posso scegliere liberamente come usare il mio tempo e le mie risorse; guido poco, non ho ettari di giardino da curare né animali domestici da pisciare 3 volte al giorno. La mia esistenza, sulla carta, è abbastanza facile eppure accumulo quotidianamente un enorme numero di operaziomi scadenze, incombenze, la maggioranza delle quali non sarebbero nemmeno degna di entrare nel quadrante più sfigato della matrice di Eisenhower.
La mia tendenza naturale è riempirmi la vita di cose non essenziali, non utili, non remunerative, spesso neanche belle o eticamente rilevanti, che mi drenano più energia di quanta me ne restituiscano1. Mi illudo sempre di riuscire a far quadrare le cose, ma gli imprevisti mi colgono alle spalle richiedendomi degli exploit di impegno che pago a carissimo prezzo, visto che mi lasciano inebetita per due giorni.
Il mio impegno -da settembre- andrà nella direzione opposta:
semplificare, semplificare, semplificare
In questi momenti, penso regolarmente a una donna che chiameremo S: costei ha la mia età, un marito, 3 figlie dai 5 ai 15 anni più una quarta in arrivo a breve. Vive in una enorme casa in campagna piena di animali domestici tra cui cani, gatti, pavoni e un paio di caprette che cura personalmente. Ha un lavoro full time impegnativo e tutte le sue figlie pur frequentando scuole di vario grado praticano vari sport a livello agonistico: insieme suo marito preparano ogni giorno i pasti da casa per tutta la famiglia e periodicamente organizzano feste di classe nel giardino di casa dove servono torte handmade. Io la conosco perché è la rappresentante dei genitori della classe di mio figlio: da 3 anni compra regali per tutte le maestre, approvvigiona Scottex e risme di fogli per la classe, media i conflitti tra famiglie meglio di Kissinger. Non frequento S nel mio tempo libero, perché i nostri giri non coincidono, ma è una persona che ammiro molto: non tanto per la sua efficienza, ma soprattutto per l’onestà intellettuale. S dice la verità.
S ci tiene a essere utile alla sua famiglia e alla collettività, sa di essere in gamba, non ha paura di sembrare over-performante o di intimorire gli altri con la sua efficienza (che, lo riconosco, può essere spiazzante). È nella sua indole fare le cose bene, con energia, entusiasmo e coltivando l’aspettativa legittima di ottenere buoni risultati. Non posso dire lo stesso di molte altre donne che conosco.
La simpatica pasticciona
Ovvero, quella che si finge rincoglionita per risultare più simpatica. Il femminile non è casuale, perché in vita mia non ho mai incontrato un maschio che mettesse in evidenza la sua goffaggine o sbadatezza con la speranza di suscitare sentimenti positivi. Ci piacerebbe avere solo colleghe brave come S, ma le pasticcione sono più divertenti e consentono di identificarci creando subito quel terreno comune sul quale noi comuni mortali possiamo riconoscerci:
il caro vecchio non farcela.
Ma io mi chiedo: tutte quelle donne -che si dimenticano le cose, ironizzano su quanto è disordinata la loro casa o vuoto il loro frigo, o che non hanno fatto il cambio armadi a luglio- sono così veramente? Oppure
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