Luglio 2025 - quella cosa sulla concentrazione
Come cominciare a pensare a quello a cui dovresti pensare
🎵 SONO SOLO CANZONETTE 🎵
Quale momento migliore per svelare il mio basico amore per Yiruma e i suoi basici pezzi? Mi aiutano a calmarmi e concentrarmi, che volete da me.
Sembra che posare la mente su un oggetto sia diventata una delle cose più difficili della nostra epoca: ne parleremo in questo percorso attraverso le opere di Cal Newport e di Mihály Csíkszentmihályi, edite in Italia da Roi Edizioni, che sostiene e ispira il numero di luglio di questa newsletter.
In estate non si leggono i saggi!
Come al solito, non sono d’accordo. Le vacanze, per chi ne godrà, sono il momento migliore per leggere e dedicarsi1 -con meno difficoltà del solito- al pensiero complesso.
Ti invito a immergerti in queste 3 letture per:
riscoprire l’importanza dell’attenzione
sperimentare il minimalismo digitale e gli slow media
riflettere sulla dialettica ozio-lavoro
vivere esperienze sociali intense
I link che trovi in questa newsletter non sono affiliati ma portano all’e-commerce della casa editrice che applica le stesse identiche condizioni economiche e di trasporto di Amazon. C’è anche un bundle che include i 3 titoli menzionati e permette di ricevere anche una totebag sincera.
Riscoprire l’importanza dell’attenzione
Come diceva un mio ex CEO: le risorse sono scarse per definizione. Tra tutte le risorse, l’attenzione è la più preziosa perché - a differenza del tempo e del denaro - non si può chiedere in prestito né delegare. Secondo Cal Newport, una persona adulta può garantire attenzione intensa e capace di generare valore per massimo 4 ore al giorno. Il restante tempo di veglia può essere dedicato ad attività superficiali: meno impegnative, non inutili ma certamente non vitali. L’autore dedica un intero capitolo di Deep Work a dimostrare quanto sia preziosa l’attenzione: la capacità di concentrarsi è un fattore in grado di predire (cioè precede cronologicamente ed è altamente correlato) il successo professionale. Il tutto viene espresso secondo un’equazione banalissima:
lavoro di alta qualità = (tempo impiegato) x (intensità della concentrazione)
Le interruzioni, cioè i passaggi - volontari o coatti - da un’attività a un’altra comportano un’erosione di questo monte ore giornaliero, che così si consuma prima2: in pratica l’attenzione intensa dovrebbe rimanere a lungo sullo stesso oggetto - o magari un paio di oggetti - e non essere eccessivamente dispersa. L’agenda deə liberə professionistə, ma anche i mansionari o gli ambienti di lavoro, dovrebbero essere elaborati attorno a questo assunto: evitare di balzare da compiti strategici (che richiedono attenzione intensa) a compiti superficiali (che prevedono meno coinvolgimento intellettuale). Se c’è una cosa che Cal Newport - per il resto: un bonaccione - odia con tutto il cuore3 sono gli open space. La condizione lavorativa migliore, a suo parere, prevede una saggia alternanza tra isolamento totale e lavoro cooperativo4 , di gruppo o ad alta contaminazione.
Se vi state chiedendo perché sia così facile distrarsi e soccombere a compiti-micro invece di dedicarsi con tutto il cuore a compiti-macro, ve lo dico io, dall’alto della mia saggezza5: perché sono più facili e veloci, cioè esattamente il tipo di impegni che la nostra mente animale predilige. Se poi ci mettiamo l’innato bisogno di pensarci migliori di quello che siamo e possibilmente di ricevere il plauso dei consimili, cadremo in quello che Newport chiama
L’affaccendamento frenetico come sostituto della produttività
Girare come trottole facendo cose altamente visibili ma totalmente irrilevanti per i propri obiettivi, senza aver compiuto alcuna valutazione preliminare per comprendere e quantificare il reale contributo al proprio successo professionale o benessere personale. La distrazione, vista così, sembrerebbe figlia della superficialità.
In Minimalismo digitale, che arriva nel 2019 quindi 3 anni dopo “Deep Work”, Cal Newport corregge un po’ il tiro: non è proprio tutta colpa nostra. Meno male.
Le persone non soccombono davanti agli schermi perché sono pigre ma, in realtà, perché sono stati investiti miliardi di dollari per raggiungere un simile risultato.
La resistenza a questo piano diabolico - architettato dalle grandi media company e dai social network - si esercita mediante il minimalismo digitale.
Sperimentare il minimalismo digitale e gli slow media
Il minimalismo digitale, come lo descrive Cal Newport, si basa su 3 principi solidi, condivisibili e ampiamente argomentati
la confusione costa cara, ottimizzare è importante, scegliere è appagante
Il minimalista digitale non rifiuta gli strumenti digitali, ma ne promuove un uso ragionato. Tuttavia, prima di arrivare a questa consapevolezza bisogna passare da un decluttering digitale di 30 giorni. Hai letto bene: uso azzerato o estremamente contingentato di telefono, email, messaggistica, social, streaming, pay TV, audiocontenuti e gaming per un mese.
paura, eh? Sento il tuo horror vacui
Al termine di questo periodo, questi strumenti e servizi possono essere reintrodotti dopo averli sottoposti a un vaglio tecnologico e regolamentati da un protocollo operativo.6
Preso atto della significativa quantità di tempo e attenzione liberata da questo decluttering, ci sono molte buone pratiche per riappropriarsene: introdurre la modalità “non disturbare”, istituire un orario di reperibilità telefonica che rimpiazzi i messaggi, consultare i social solo da desktop, camminare e lasciare il telefono a casa, tenere taccuini di appunti, sostituire la connessione digitale con la conversazione e abbracciare i cosiddetti Slow Media (vedi approfondimento sotto). Nel libro ne trovate decine, quasi tutte finalizzate a migliorare le relazioni e vivere il tempo libero.
Riflettere sulla dialettica ozio-lavoro
Sul ruolo del tempo libero nell’economia della felicità ha scritto profusamente Mihály Csíkszentmihályi in Flow - psicologia dell’esperienza ottimale, un saggio del 1990 ancora attualissimo e presente nelle librerie dei professionisti della salute mentale. Il concetto di flow è preliminare per comprendere il resto del discorso e spero di riuscire a restituirlo con questa sintesi.
È uno stato di benessere e coinvolgimento dato dal compiere un’attività con grande concentrazione. Tale attività, pur essendo alla nostra portata, include degli elementi di sfida: questa dialettica tra “esecuzione” e “sperimentazione” crea uno stato di coscienza fluido che conduce al naturale e soddisfacente completamento dell’attività.
Tra gli elementi che favoriscono questa esperienza ottimale ci sono: la chiarezza dell’obiettivo, l’esistenza di feedback esterni e, solo ultima per importanza, la passione per l’atto in sé. L’arrampicata, gli scacchi, il violino, l’artigianato sono esempi di attività nelle quali entrare in uno stato di flow è più facile. Alcune persone possiedono o hanno acquisito mediante l’esperienza una spiccata capacità di trasformare in flow qualsiasi attività e sono dette personalità autoteliche. Sono individuə che sanno darsi obiettivi personali e sono (quasi) sempre felici di fare ciò che fanno a prescindere dalle pulsioni (fai sesso anziché modellare la creta) o dal controllo sociale (fai shopping invece di incaponirti sulla Sonata per Violino Solo).
Io ne conosco diverse: sono persone naturalmente operose, spesso dotate di una forte intelligenza pratica. Lavorano intensamente dal lunedì al venerdì, ma nei weekend costruiscono case sull’albero, tosano ettari di giardino per la sola gioia di rotolarcisi sopra, cuciono tende guardando tutorial YouTube. Sono, in generale, presə bene per quello che fanno.
Inutile dire che Cal Newport è superfan di Mihály Csíkszentmihályi: ad accomunarli c’è innanzitutto la reverenza che provano nei confronti della concentrazione, dello stare nel momento e sul compito. I due autori condividono la stessa concezione della dialettica tempo lavorativo vs tempo libero: sono momenti diversi, ma la mente è una sola. La felicità sta nel fare qualsiasi cosa - lavorare in ufficio, dipingere un acquerello, giocare con i figli - in uno stato di flow: per contro lo stato di flow si raggiunge facilmente in condizioni ben strutturate e pianificate, che hanno in sé obiettivi, regole di base e sfide. Ne ricaviamo un paradosso:
Godere del riposo potrebbe essere ben più difficile di quanto siamo portatə a pensare: l’invito a pianificare i momenti non lavorativi non vuole essere un attacco al nostro tempo libero, ma un invito a rivalutarlo.
È stato interessante, in quest’ottica, ripercorrere la concezione e la storia del tempo libero nella mia famiglia: io sono cresciuta nel culto del relax catatonico, di cui la pennica pomeridiana7 era l’emblema perfetto. Io però non aderivo alla religione del riposo e mi rigeneravo menando le mani: cambiando la disposizione dei mobili della mia stanza, riordinando gli armadi e in generale dedicandomi ad attività capaci di porre ordine nel caos8. Purtroppo, non ho mai coltivato la capacità di fare, ma sempre e solo di sistemare: c’è una parte di me che si sente generativa e un’altra parte cui mancano gli strumenti per diventare quella che Cal Newport in Deep Work definisce “una persona pratica”. Potrebbe essere un nuovo terreno di crescita e scoperta per il prossimo anno lavorativo, chissà.
Vivere esperienze sociali intense
Anche la dimensione sociale, intuitivamente, può beneficiare di un allontanamento dai device: moltə deə partecipanti al primo grande esperimento collettivo di decluttering digitale organizzato da Cal Newport riportarono un incremento nella qualità e quantità di tempo trascorso con famiglia e amicə. Il concetto di flow ritorna anche nel rivalutare l’opportunità dello stare insieme.
La vita di coppia e quella genitoriale non sono forse caratterizzate da obiettivi condivisi, regole di base, feedback costanti e sfide in continua evoluzione? La famiglia è una parabola esperienziale ascendente, collettiva e piena d’amore: detta così, conoscersi, sposarsi e passare giorni, mesi, anni intentə a crescere insieme unə neonatə, poi bambinə, quindi adolescente e infine adultə non suona come una specie di miracolo?
Allo stesso modo l’amicizia si concretizza nel momento in cui la nostra energia psichica e la concentrazione vengono intenzionalmente condotte all’esterno, verso la persona cui vogliamo bene, di cui ci importa e dalla quale possiamo aspettarci la stessa attenzione. Cos’è unə amicə, se non qualcunə che ti ascolta davvero?
Certo che d’estate si leggono i saggi!
Basta che siano solidi, con tante note e dotati di fonti, tradotti con cura e invecchiati bene. Flow è del 1990: se sostituisci la parola “televisione” con la parola “telefono”, sembra che sia stato pubblicato un mese fa. Analogamente, la posizione scettica di Cal Newport nei confronti degli algoritmi manipolatori, quasi 10 anni fa, è segno di una coscienza critica vivace oltre che precoce.
Non ultimo, entrambi gli autori si distinguono per una grande chiarezza di pensiero e quindi di espressione - tipica di chi scrive in inglese, diciamolo - che rende l’esperienza di lettura piacevole oltre che illuminante.
E se poi preferisci stare su TikTok, che ti devo dire, almeno cerca di non guidare nel frattempo. Buona giornata, e stay focused 🤟🏼
ISPIRAZIONI COLLATERALI
Le opere menzionate, tutte edite da ROI Edizioni, sono:
Flow di Mihály Csíkszentmihályi
Deep Work di Cal Newport
Minimalismo digitale di Cal Newport
La conversazione che ho avuto con Vittoria Amico di Roi Edizioni durante il Salone del Libro di Torino. A un certo punto cito Homer Simpson, non scandalizzarti. La puoi vedere o anche solo mettere come sottofondo mentre prepari la cena, è su YouTube
Il manifesto degli Slow Media pubblicato da Sabria David, Joerg Blumtritt e
Benedikt Koehler. Mi sono sentita compresa e -posso dirlo?- rappresentata. La traduzione in italiano è su Wikipedia.
Chi è ROI Edizioni?
ROI Edizioni è una casa editrice che pubblica libri per chi vuole capirci qualcosa di più: di sé, del lavoro, del mondo. Un catalogo di libri che sono storie vere, saggi o memoir che lasciano un segno su diversi argomenti, tra cui psicologia, scienze sociali, business, crescita personale, cambiamento.
“Come nascono le storie” di Pablo Trincia, “Determinati” di Robert Sapolski, “La mucca viola” di Seth Godin, “Come vivere felici” di Seneca, “L’era della dopamina” di Anna Lembke, “La chimica segreta delle interazioni umane” di Paolo Borzacchiello, “La mappa delle culture” di Erin Meyer: sono alcuni dei titoli più letti della casa editrice, che mette al centro le persone che fanno cose (imprese, scelte difficili, errori geniali) e racconta il perché.
In tutti i luoghi e tutti i laghi
Vorrei essere un tipo misterioso, conturbante e sfuggente, ma la verità è che mi trovi in 3 secondi e ovunque: Sito - Instagram - Facebook - Twitter - LinkedIn - Telegram
Se hai fatto il classico, ricorderai il paradosso: vacare +ablativo significa “essere libero da ___” ma vacare+dativo significa “dedicarsi intensamente a ___”
Questo fenomeno, noto come effetto dell’attenzione residuale, e molti altri sono supportati da 11 pagine di fonti
Oltre a Mark Zuckerberg, ovvio
Chiaramente Thoreau l’aveva già detto nel 1854 però va detto che non era mai stato in un ufficio
Quella di una persona che trascorre una media di 3 h e 25 min al giorno attaccata al telefono, dati dell’ultima settimana
Che è totalmente personale eh, non viene Cal Newport a controllarti
Non sul divano; proprio a letto sotto le coperte
Ad esempio, faccio mealprepping per sconfiggere il caos da frigo vuoto
Fatico a non confondere il Flow di Mihaly con quello di Zilbalodis!