🔔 DLIN DLON 🔔 WORKSHOP MEAL PREPPING
Residuano una manciata di posti per il workshop di mealprepping che terrò insieme alla consulente di cucina macro-veg Barbara Della Torre sabato 11-05-2024 dalle 10:30 alle 12: se ti sei dimenticatə di iscriverti, questo è un blando reminder.
Ha senso lanciare un messaggio promozionale, proprio in apertura di una newsletter che parla della presunta equazione tra volere e potere? Secondo me sì. Leggila fino alla fine, spero di farti comprendere perché.
🎵 SONO SOLO CANZONETTE 🎵
Se vuoi ascoltare una playlist durante la lettura, clicca sul pulsante blu. Un fashion-manifesto politico e un pezzo che parla di amore&pioggia perché sto scrivendo in quello che percepisco come il centosettantaduesimo giorno di pioggia. Magari per martedì, quando la riceverai, sarà tornato il sole.
SE VUOI PUOI
Per molto tempo, complice il privilegio e una certa ignoranza del mondo che ritengo abbastanza perdonabile sotto i 30 anni, ho creduto che la frase se vuoi puoi fosse vera e che chi non lo capiva difettasse di autostima. Da quando alcuni eventi mi hanno fatta vacillare, continuo a chiedermi se il senso di questo claim così da Yuppies sia davvero tutto da buttare via oppure se ci sia qualcosa da salvare, se sia possibile mediare e operare una sintesi tra politico e personale. A ridimensionare il mio fastidio epidermico nei confronti di questo motto, mi hanno molto aiutato due contributi.
Il primo, recentissimo, è questo l’episodio del podcast “L’ora delle donne” (precedentemente “L’ora della mamma”) in cui la host Natalia Levinte rivela come dietro alla frase se vuoi puoi ogni persona vede qualcosa di diverso:
Io (quarantenne, italiana, relativamente privilegiata e politicizzata) ci vedo l’invito a coltivare un’attitudine illusoriamente positivista, individualista e capitalista nei confronti di un sistema sociale iniquo e poco premiante.
Un’altra donna (ventenne, migrante, povera e desiderosa di riscatto) ci vede la speranza di migliorare, in maniera anche solo minima e incrementale, le sue condizioni economiche e di vita.
Io posso concedermi il lusso di disprezzare il potenziale motivante di questo motto per concentrarmi sul suo retroscena più tossico, ma l’altra donna no. Senza il mantra se vuoi puoi, un po’ empowering e un po’ rassicurante, ogni atto volto cambiare in meglio la sua esistenza perderebbe di significato, lo slancio speranzoso con cui affronta l’ignoto si affievolirebbe: ma lei, a differenza mia, non può permettersi di abbassare la guardia e adagiarsi nel disfattismo perché se non porta a casa ciò che vuole non sopravvive. Ha bisogno di quel mantra per dare senso al suo sforzo.
Il secondo contributo arriva da “Tutto sull’amore”, dell’autrice e pensatrice femminista statunitense bell hooks.
Assumersi la responsabilità non significa negare che esistano ingiustizie istituzionalizzate. Il razzismo, il sessismo e l’omofobia, per esempio, sono tutti atteggiamenti che creano barriere ed episodi concreti di discriminazione. Non basta assumersi le proprie responsabilità per impedire che gli atti di discriminazione avvengano. Possiamo però decidere come reagire alle ingiustizie. Assumersi le proprie responsabilità significa che, a dispetto delle barriere, abbiamo ancora la possibilità di inventarci la nostra vita, di plasmare il nostro destino in modo da massimizzare il nostro benessere. Ogni giorno ci esercitiamo in quest’opera di rimodellamento per fare fronte a realtà che non è facile cambiare”
Questa è finora l’unica sintesi soddisfacente che abbia letto sul tema, la sola che riesce a mettere insieme la volontà individuale e i limiti strutturali della cornice in cui tale volontà si esercita. Biasimare o sanzionare questa volontà di plasmare la realtà a propria immagine e somiglianza equivale a dire che il desiderio non conta niente, mentre il desiderio, non saprei come altro dirlo, è il motore che muove qualsiasi azione. Io penso che chiunque, indipendentemente dal gradino della scala del benessere sul quale si trova, possa fare qualcosa -anche piccola e incrementale- per migliorare la propria condizione economica o la propria felicità: non penso che debba farlo né che sia obbligatorio sottoporre la nostra esistenza a continui audit nella speranza di un upgrade, non penso nemmeno che qualsiasi cambiamento sia “strutturalmente” possibile né tantomeno che rientri nelle capacità di chiunque.
Il mio Se vuoi puoi sarebbe accompagnata da un disclaimer: che ne so, scegli obiettivi ragionevoli e raggiungibili oppure allenati a desiderare per gradi, o magari sii consapevole alle variabili che non controlli o ancora preparati all’eventualità di una delusione. Lo mitigherei in in provaci forte e ci sono buone probabilità che qualcosa di buono ne esca.
Se vuoi puoi se esce dalla bocca di persone inconsapevolmente privilegiate, oppure a pseudoguru, scollegatə dalla realtà se non decisamente in malafede1, diventa un meccanismo manipolatorio: il concetto di aumento incrementale (=piccoli ottenimenti che stratificati aumentano significativamente il benessere) passa in cavalleria in favore di un cambiamento che è necessariamente rivoluzionario, altrimenti fa schifo, non stai sognando abbastanza, non punti in alto. Tutto è alla tua portata: guarda me cosa ho costruito con la mia volontà! Se non arrivi dove desideri, è perché non ti sei impegnatə: se ci avessi creduto quanto me guarda cosa avresti anche tu!
L’altro limite della vulgata Se vuoi puoi promossa da moltə espertə di crescita personale è che non si politicizza mai: il cambiamento collettivo, che è l’espressione di un desiderio plurale e condiviso, potrebbe essere logica conseguenza di un desiderio individuale allenato. Una volontà ormai ben esercitata e progettuale potrebbe essere messa a servizio del bene comune: potrei insegnare agli altri a desiderare e realizzare progetti grandi, ambiziosi, rivolti al benessere della maggioranza. Invece il piano sociale è totalmente escluso dalla conversazione: ciò che conta sono i risultati personali, che restano alla portata di chi spende (molto) denaro per farsi insegnare a raggiungerli. Mi fermo perché ne avevo già parlato qui e qui.
Riuscire a spostare la propria vita da qui a lì, anche se da qui a lì è una distanza risibile, è una gioia che non dovremmo farci sottrarre né dai disfattisti né dagli pseudoguru. Se ci provano, chiamate me che mi incazzo al posto vostro.
COSA C’ENTRA COL MEALPREPPING
Spostare la propria vita da qui a lì è anche uno dei pochi modi per consolidare l’autostima e l’autoefficacia. Passare da una situazione di frustrazione (detesto usare il mio tempo per cucinare) a una di soddisfazione (libero il tempo dedicato ai fornelli per fare ciò che amp) è un risultato perfettamente alla tua portata: a differenza di “comprare una villa con piscina” e “fare 3 mesi di vacanza l’anno” puoi farcela, mi sento di promettertelo. E per imparare non è necessario indebitarsi: come tutti i miei percorsi, ha un costo volutamente accessibile. Trovi le info nella sales page o in questo reel in cui vedi le mani sante di Barbara della Torre in azione.
OGGETTI SPECIFICI: IN CUCINA MA FELICI
4 oggetti nati per una specifica funzione, che mi piacciono e che ho comprato: se hai domande, ti rispondo con cognizione di causa! Link affiliati, ma anche autofinanziati.
Etichettatrice Dymo: per etichettare i barattoli e la cancelleria e l’esistenza
Grembiule in lino: per sentirsi Marie Kondo in cucina
Oliera spray: per condire in modo uniforme e non sprecare l’extravergine
Lunch Box: per pasti fuori casa colorati e bellini
Se vuoi puoi, negli anni
Il pregio di avere un blog da 10 anni è apprezzare come per certi versi sono cambiata e per certi altri niente affatto.
Gli psicologi che ci curano sanno a cosa siamo sottoposti?
Ma chi me lo fa fare? Nessuno, infatti
La corporate life che ha smontato ogni mio mito
Questo romanzo racconta che la volontà negli USA ha un altro sapore
Progetti editoriali
Un altro modo di mostrare apprezzamento per il mio lavoro è fruire dei prodotti editoriali che ho pubblicato e da cui ricavo alcune royalties.
🎧 Podcast “Genitori Onesti”
🎧 Audiolibro “Se tu lo vuoi”
📗 Manuale “From the blog”
Grazie per essere arrivatə fin qui, ci troviamo a giugno col sole. Se sei abbonatə, invece, ci si legge martedì!
Valeria
In tutti i luoghi e tutti i laghi
Vorrei essere un tipo misterioso, conturbante e sfuggente, ma la verità è che mi trovi in 3 secondi e ovunque.
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Illustrazioni e progetto grafico di Faida Acquifera
Non voglio insinuare che l’altra persona che interviene nel podcast lo sia, o forse sì, chissà