Ciao Valeria, ti leggo sempre con molto piacere, qui mi trovi in disaccordo, ti spiego perché. Capisco perfettamente il punto e so che in molti preferiscono pensare alla casa come un “fardello” che toglie flessibilità. Ma c’è anche un’altra prospettiva, ed è quella di chi vede nell’acquisto una scelta che non è solo pratica, ma anche profondamente personale. Secondo me è giusto e doveroso non apportare modifiche o miglioramenti a una casa in affitto perché raramente vengono poi decurtati dalla spesa totale. Perché fare un favore a una persona che già ti svena mensilmente?
Per me, acquistare una casa va oltre la semplice speculazione finanziaria. È costruire un pezzo di mondo che posso fare mio, dove le pareti raccontano chi sono senza dovermi limitare perché “tanto non è mia”. L’affitto, anche se comodo, resta una soluzione transitoria: un nido che non è mai del tutto personale. La differenza sta proprio nella possibilità di modificare, personalizzare, scegliere ogni dettaglio senza preoccuparmi di un padrone di casa da consultare e da cui purtroppo dipendo. Ho avuto bruttissime esperienze con padroni di casa che in zone come Milano chiedevano affitti stellari per tuguri, non ne valeva la pena mai. E poi c’è l’aspetto economico. In un’epoca in cui tutto aumenta, soprattutto gli affitti, bloccare un mutuo significa garantirsi una certa stabilità, sapendo che almeno su questo fronte i costi non continueranno a salire. E se il prezzo di partenza sembra alto, gli affitti rischiano di diventarlo molto di più in futuro. Possedere casa è anche una forma di protezione, un modo per tenere sotto controllo una spesa importante e concedermi un po’ di respiro. In pratica, stare in affitto per me è come buttare i soldi al cesso perché pago tanto e alla lunga non mi rimane nulla, senza contare che mi costa meno il mutuo rispetto all'affitto. Comprare casa poi è sì un investimento, ma non solo economico: è un patrimonio che costruisce sicurezza. Può sembrare una frase fatta, ma la verità è che avere un immobile di proprietà significa anche avere una risorsa da cui attingere nei momenti di bisogno, una possibilità in più. La casa resta un bene tangibile, reale, che può trasformarsi in una nuova opportunità quando e come lo decidi tu. Insomma, non dico che comprare sia la soluzione ideale per tutti, ma non è neanche giusto ridurre il discorso ai soli costi. Avere una casa di proprietà, per me, è una scelta che unisce valore economico e libertà personale, qualcosa di più stabile e rassicurante rispetto all’essere sempre “di passaggio".
Quello che scrivi in realtà non contraddice ma avvalora quello che ho detto, cioè che l'acquisto di una prima casa raramente è una scelta razionale ma si porta dietro bisogni e desideri di natura emotiva (la stabilità, la personalizzazione). L'importante è riconoscerlo, e non raccontarsi la storiella che si tratta di un investimento: è un acquisto significativo che soddisfa degnamente molti bisogni.
L'altro punto che tocchi, cioè quello del rapporto affitto-mutuo sbilanciato a favore del mutuo è vero oggi (con mutui a tasso fisso straordinariamente convenienti) ma potrebbe non essere vero tra un anno e certamente non era affatto qualche anno fa. La convenienza del mutuo rispetto a un affitto potrebbe essere dimostrata a Milano ma non dobbiamo dimenticarci che le grandi città non sono rappresentative di tutto il Paese. Quella che per te è la realtà (i tuguri a prezzi stellari) non è un'esperienza estendibile a chiunque.
Così come la questione della rivalutazione del patrimonio (una risorsa cui attingere, una possibilità) è un discorso che si può fare solo per alcuni mercati immobiliari cioè -di nuovo- per le grandi città economicamente attraenti o promettenti. Nel resto d'Italia, il mercato non è altrettanto frizzante e fast moving, il valore degli immobili non mostra tassi di crescita così significativi.
Quindi anche i ragionamenti razionali che porti a sostegno dell'acquisto vs l'affitto (che io sposo e mi sembrano sensati) non sono estendibili al resto del Paese. Spero di aver motivato meglio quello che volevo dire.
Non nego affatto che l’acquisto della prima casa abbia una forte componente emotiva: la stabilità e la possibilità di personalizzare uno spazio sono elementi potenti, e ne sono consapevole. Senza contare la libertà e la possibilità di non dipendere da un padrone di casa, per me altro aspetto oltremodo fondamentale. Però, in un contesto come quello della mia città (vivo in una provincia del centro iItalia), dove anche qui l’affitto è praticamente il doppio del mutuo (i report sul costo degli affitti in Italia non mente), è difficile considerare il solo affitto come una scelta davvero razionale. La disparità tra canoni mensili e mutui incide fortemente, e a lungo andare, acquistare diventa anche una scelta di gestione delle risorse, oltre che una risposta ai bisogni emotivi. È vero che le attuali condizioni di mercato con tassi fissi bassi potrebbero non durare, ma il risparmio tra affitto e mutuo è tangibile già oggi, e fare scelte economiche basandosi su scenari concreti di breve-medio periodo è altrettanto sensato. Pur riconoscendo che città come Milano spesso rappresentano casi estremi, questa differenza tra mutuo e affitto è rilevante anche in molte altre città, come quella in cui vivo. È un dato di fatto che anche nei centri minori si riscontrino simili squilibri, che incentivano l’acquisto. Capisco che in molte aree il mercato non abbia la stessa vivacità delle grandi città, e che in Italia il desiderio di possedere casa rimane una realtà culturale radicata. Anche nelle città di provincia, la casa di proprietà non è vista come un semplice “patrimonio statico” ma come una risorsa potenziale. Se in futuro dovessi trovarmi in difficoltà o cambiare progetti, posso comunque contare su un bene tangibile che mi dà sicurezza. Non aspetto una “crescita esplosiva del valore”, ma il fatto stesso di avere qualcosa di concreto su cui fare affidamento. Vero poi che il contesto urbano e la situazione immobiliare varino ampiamente in Italia, ma non credo che questo debba sminuire le considerazioni razionali che spingono verso l’acquisto.
Anch'io abito in un paese di provincia e in effetti qui le case costano parecchio. La maggior parte degli abitanti le possono ereditare e non acquistare. Dipende da come funziona la macchina comunale, sono decenni in cui le amministrazioni hanno ben lavorato a favore della comunità e gli effetti si vedono, per fortuna.
Per quanto riguarda il fatto che si debbano diversificare gli investimenti o provarci sono completamente d'accordo. Andrebbe fatta educazione finanziaria a scuola, mi sembra però che siamo molto lontani da questo sogno
Grazie Valeria, trovo di rado riflessioni così lucide su questo tema che in Italia è abbastanza intoccabile. Tra i miei coetanei vecchi millenial ho visto di tutto: genitori che hanno comprato case in contanti ma solo dopo i 30-35 anni (va a sapere perché) tenendo in pratica i figli in casa con lo spauracchio dell’affitto; amici che hanno usato un intero anno della loro vita in ricerca e ristrutturazione grazie a questa eredità (che non poteva assolutamente servire ad altro) e comunque hanno mutui pluridecennali. Senza contare che tutte queste eredità dei baby boomer in pratica stanno sparendo nel mercato immobiliare di 3-4 grandi città italiane, in cui non darei per scontato che fra 20 anni saremo qui a lisciarci miliardi.
Più che altro mi sembra che non si cerchino altre soluzioni per investire che non siano la casa di proprietà, quando quel denaro potrebbe essere investito in prodotti finanziari più interessanti e ben differenziato. Di nuovo, la chiave è l'educazione finanziaria: sogno un momento in cui a 18 anni anche i figli nati in famiglie meno abbienti possano contare su un gruzzolo accantonato dai genitori durante la loro infanzia, magari con un PAC "sostenibile" e siano i figli stessi a dire: "questo non lo sfrutterò per l'anticipo della casa ma me lo userò per [idea money making a caso]".
Ciao! Ho letto il tuo articolo molto volentieri, purtroppo non riesco ad iscrivermi al canale (dovrò farlo dal Pc). Parlo da persona che ha fatto in 12 anni che vive sola ha già fatto 5 traslochi e mi aspetta il 6 oltreoceano 😱. Son proprietaria di casa, a Milano, che affitterò, e la mia scelta di acquistare casa è stata sempre ferma dentro di me, era un obiettivo di vita. Ho un tasso davvero basso perché l’ho acquistata durante Covid per cui mi ritengo fortunata, intanto per 2 anni ho dovuto rimandare i miei progetti di partenza e reinventarmi visto che oltreoceano mi era vietato andare.
Io vengo da una famiglia dove hanno sempre acquistato tutto quello che hanno, prima casa, seconda, box 1 ecc ecc. ovviamente mi ritengo una parte fortunata di molte situazioni italiane. Io e mia sorella abbiamo potuto studiare facendo master, e scuole private, ma quando son andata via di casa a 22 anni (son davvero contenta di essere andata via presto, e potessi tornare indietro andrei via a 18 anni) ho imparato come gira il mondo e per come son fatta io considero l’affitto uno spreco di soldi perché la casa di proprietà nonostante abbia dei pro e dei contro, per me, è sempre un investimento che si può tenere, affittare o vendere. Infatti io ho acquistato casa mia sapendo che non ci avrei vissuto per sempre, ma che era un investimento a lungo termine. Peró, condivido il punto dove parli di come poter investire i soldi che si darebbero a un figlio per una caparra invece in altro, magari più produttivo. Secondo me in Italia si è troppo legati all’iter di vita che deve essere seguito: nasci - studi - trovi un buon lavoro (lo fai fino alla nausea) - ti sposi - dai vita a prole. Questo porta ad impostare già anche gli aiuti, conosco molte famiglie Italia che aiutano i figli (pur potendo) solo se utilizzano i capitali come voglio decidono loro, credendo che i figli vogliano la vita che vivono loro. Avendo vissuto negli States ho avuto la possibilità di conoscere più a fondo il loro mindset, e mi dispiace dirlo, possono essere criticati come si vuole, ma sono avanti 30 anni, se leggete molti scrittori americani non sarà una novità questa mia frase. Anche nel l’approccio di vita/acquisto casa/ affitto sono molto più aperti, soprattutto hanno una conoscenza finanziaria che in Italia manca totalmente, a meno che non ti informi e fai dei corsi. Questa già è un enorme pecca, dovrebbe essere inserita nelle scuole, è la base della vita. Non voglio rendere tutto troppo lungo, per cui grazie per l’attenzione e grazie per questi articoli molto interessanti che arricchiscono!
Grazie a te per la tua visione, anche io penso che in altri Paesi l'attitudine al rischio sia più sviluppata e gli USA sono tra quei Paesi. La conoscenza finanziaria cui fai riferimento purtroppo è appannaggio quasi solo delle classi sociali più privilegiate degli USA, ma lo stesso non si può dire in Italia dove anche le persone che hanno -teoricamente- pieno accesso alla cultura finanziaria decidono speso di disinteressarsene del tutto. In bocca al lupo per il tuo ennesimo trasloco!
Questo è molto interessante e mi domando quanto sia tipico solo dell'Italia. Qui negli USA dove vivo vendi/compri casa nel giro di 3-4 settimane (da quando la vai a vedere al rogito - non entro nel merito della disastrosa economia immobiliare USA ma giusto per dare un'idea delle tempistiche). Cmq avendo vissuto in almeno trenta case/appartamenti/stanze diverse negli ultimi vent'anni sono diventata come quella dell'esempio 1, che tanto tra tot ce ne andiamo e la mia "house" non è la mia "home" 😅
Il confronto con gli Stati Uniti ovviamente è bizzarrissimo: per la grande differenza in termini di lifestyle (vedi i famosi traslochi da Wisconsin alla Louisiana caricati sulle station wagon, ma anche gli appartamenti con cucine ed elettrodomestici pre-installati che da noi sarebbero follia pura) ma anche a livello di burocrazia e complessità. Forse ha più senso confrontarsi con il resto d'Europa, dove comunque la % delle famiglie che possiede casa è molto alta indipendentemente dal Paese.
Occorrerebbe un confronto molto mirato e disaggregato: qualcosa mi dice che gli under 35 italiani attribuiscono alla casa di proprietà un valore emotivo maggiore rispetto ai loro coetanei britannici o tedeschi, ma questa è una opinione che non posso sostenere con numeri al momento.
Ahaha esatto! Per mio marito è follia pura l'opposto, che quando uno trasloca si porta via anche la cucina e la lavatrice. Una volta ha detto "e i pavimenti almeno li lasciano o portan via anche quelli?" 😂
Si ok, ma se poi il proprietario di casa non vuole rinnovare l affitto dove ce ne si va? Bisogna stare ogni 4 anni con la paura che si possa essere buttati fuori di casa e con l ansia di doversi di nuovo rimettere sul mercato a cercare? Io ho comprato casa a Napoli nel 2019 con un piccolo mutuo con interessi pari a meno dell’1%. Ad oggi la mia casa vale almeno 50.000 euro in più rispetto al valore iniziale. Sono stata fortunata? Probabilmente! Ma ogni mondo è paese.
Napoli è un esempio virtuosissimo (mi pare che ne parlavamo anche con qualcun altro nei commenti, ho letto anche molti articoli sul fatto che gli affitti brevi legati al turismo abbiano cambiato completamente il mercato immobiliare) ma in realtà nella maggior parte delle città italiane non grandi e non oggetto di esplosione turistica questa rivalutazione non c'è. Quanto al rinnovo del contratto di affitto, è una componente di incertezza, sono d'accordo con te, che però ti porta periodicamente a porti delle domande sulla vita che vuoi fare: non necessariamente essere costretti lasciare una casa è un male, magari ne trovi una migliore, o più vicina al tuo luogo di lavoro, o più piccola se ti sei separato o più grande se hai avuto figli... Per te e probabilmente anche per me questo non è un fatto così positivo, ma per altre persone -magari con una vita meno "standard" della mia- potrebbe esserlo quindi non lo considererei solo uno svantaggio.
Personalmente la vedo in un altro modo. Io ho comprato casa con mutuo di 15 anni.
Ora ho un immobile che non vale (e probabilmente mai varrà) i soldi spesi + gli interessi. Ma ho un immobile. Ho l'80% (mah!) di quei 15 anni di affitto. Poco? Tanto? A posteriori non ho rinunciato a lavori o opportunità. Dire che l'affitto convenga sempre secondo me è un errore logico. I casi che hai segnalato in caso di non pagamento del mutuo sarebbero molto più gravi in caso di non pagamento dell'affitto. Invece, scrivere: "magari sarei CEO se fossi stata più libera di muovermi" è una ipotesi molto ad hoc. Ovviamente tutto quanto sopra imho
Ciao Ruggero! Io però non ho detto, né scritto, né tantomeno pensato che l'affitto convenga sempre. Ho scritto, e lo ripeto, che l'affitto risulta più conveniente quando stipulare un mutuo condiziona/riduce di troppo la flessibilità e quando comporta un indebitamento eccessivo e un peggioramento della qualità della vita. Se la rata di un mutuo è inferiore a un affitto (magari in alcune zone d'Italia è così) l'acquisto è da preferire, ma il succo del discorso è che comprare una casa in cui vivere è una decisione molto più "emotiva" che economicamente razionale.
Sul fatto che forse sarei CEO non ho riprove in effetti :-) ma sono piuttosto sicura che avrei avuto un percorso di carriera meno lineare e probabilmente di maggiore successo (dopodichè sono qui dove sono, e va benissimo ugualmente, dai)
Concordo allora con te che "dannarsi" per la casa;macchina;barca; etc sia più una reazione emotiva che razionale, e spesso razionalizzata piu che ragionata. Meno convinto sula fatto che sia un ostacolo rispetto all'affitto. Qui il caso reale vince sugli scenari ipotetici (sempre imho)
Milano (anche Napoli, in tempi più recenti) sono piazze immobiliari che fanno eccezione: la domanda di affitti di medio-lungo periodo è alta, ed è data dalla "popolosità" e dalla capacità di attrarre studenti e lavoratori. In più si somma con la sempre maggiore popolarità degli affitti brevi per i turisti. La rata del mutuo è, mediamente, più bassa di un canone affitto (Io sono di Torino e fino a due-tre anni fa non avevo mai avuto la percezione che potesse essere difficile "trovare" un appartamento in affitto: al massimo il problema era trovarne uno che ti piace o con l'esposizione giusta. Poi mi sono resa conto che solo nel mio condominio ci sono 2 AIRB&B e ho unito i puntini 😂)
Ciao Valeria, ti leggo sempre con molto piacere, qui mi trovi in disaccordo, ti spiego perché. Capisco perfettamente il punto e so che in molti preferiscono pensare alla casa come un “fardello” che toglie flessibilità. Ma c’è anche un’altra prospettiva, ed è quella di chi vede nell’acquisto una scelta che non è solo pratica, ma anche profondamente personale. Secondo me è giusto e doveroso non apportare modifiche o miglioramenti a una casa in affitto perché raramente vengono poi decurtati dalla spesa totale. Perché fare un favore a una persona che già ti svena mensilmente?
Per me, acquistare una casa va oltre la semplice speculazione finanziaria. È costruire un pezzo di mondo che posso fare mio, dove le pareti raccontano chi sono senza dovermi limitare perché “tanto non è mia”. L’affitto, anche se comodo, resta una soluzione transitoria: un nido che non è mai del tutto personale. La differenza sta proprio nella possibilità di modificare, personalizzare, scegliere ogni dettaglio senza preoccuparmi di un padrone di casa da consultare e da cui purtroppo dipendo. Ho avuto bruttissime esperienze con padroni di casa che in zone come Milano chiedevano affitti stellari per tuguri, non ne valeva la pena mai. E poi c’è l’aspetto economico. In un’epoca in cui tutto aumenta, soprattutto gli affitti, bloccare un mutuo significa garantirsi una certa stabilità, sapendo che almeno su questo fronte i costi non continueranno a salire. E se il prezzo di partenza sembra alto, gli affitti rischiano di diventarlo molto di più in futuro. Possedere casa è anche una forma di protezione, un modo per tenere sotto controllo una spesa importante e concedermi un po’ di respiro. In pratica, stare in affitto per me è come buttare i soldi al cesso perché pago tanto e alla lunga non mi rimane nulla, senza contare che mi costa meno il mutuo rispetto all'affitto. Comprare casa poi è sì un investimento, ma non solo economico: è un patrimonio che costruisce sicurezza. Può sembrare una frase fatta, ma la verità è che avere un immobile di proprietà significa anche avere una risorsa da cui attingere nei momenti di bisogno, una possibilità in più. La casa resta un bene tangibile, reale, che può trasformarsi in una nuova opportunità quando e come lo decidi tu. Insomma, non dico che comprare sia la soluzione ideale per tutti, ma non è neanche giusto ridurre il discorso ai soli costi. Avere una casa di proprietà, per me, è una scelta che unisce valore economico e libertà personale, qualcosa di più stabile e rassicurante rispetto all’essere sempre “di passaggio".
Quello che scrivi in realtà non contraddice ma avvalora quello che ho detto, cioè che l'acquisto di una prima casa raramente è una scelta razionale ma si porta dietro bisogni e desideri di natura emotiva (la stabilità, la personalizzazione). L'importante è riconoscerlo, e non raccontarsi la storiella che si tratta di un investimento: è un acquisto significativo che soddisfa degnamente molti bisogni.
L'altro punto che tocchi, cioè quello del rapporto affitto-mutuo sbilanciato a favore del mutuo è vero oggi (con mutui a tasso fisso straordinariamente convenienti) ma potrebbe non essere vero tra un anno e certamente non era affatto qualche anno fa. La convenienza del mutuo rispetto a un affitto potrebbe essere dimostrata a Milano ma non dobbiamo dimenticarci che le grandi città non sono rappresentative di tutto il Paese. Quella che per te è la realtà (i tuguri a prezzi stellari) non è un'esperienza estendibile a chiunque.
Così come la questione della rivalutazione del patrimonio (una risorsa cui attingere, una possibilità) è un discorso che si può fare solo per alcuni mercati immobiliari cioè -di nuovo- per le grandi città economicamente attraenti o promettenti. Nel resto d'Italia, il mercato non è altrettanto frizzante e fast moving, il valore degli immobili non mostra tassi di crescita così significativi.
Quindi anche i ragionamenti razionali che porti a sostegno dell'acquisto vs l'affitto (che io sposo e mi sembrano sensati) non sono estendibili al resto del Paese. Spero di aver motivato meglio quello che volevo dire.
Non nego affatto che l’acquisto della prima casa abbia una forte componente emotiva: la stabilità e la possibilità di personalizzare uno spazio sono elementi potenti, e ne sono consapevole. Senza contare la libertà e la possibilità di non dipendere da un padrone di casa, per me altro aspetto oltremodo fondamentale. Però, in un contesto come quello della mia città (vivo in una provincia del centro iItalia), dove anche qui l’affitto è praticamente il doppio del mutuo (i report sul costo degli affitti in Italia non mente), è difficile considerare il solo affitto come una scelta davvero razionale. La disparità tra canoni mensili e mutui incide fortemente, e a lungo andare, acquistare diventa anche una scelta di gestione delle risorse, oltre che una risposta ai bisogni emotivi. È vero che le attuali condizioni di mercato con tassi fissi bassi potrebbero non durare, ma il risparmio tra affitto e mutuo è tangibile già oggi, e fare scelte economiche basandosi su scenari concreti di breve-medio periodo è altrettanto sensato. Pur riconoscendo che città come Milano spesso rappresentano casi estremi, questa differenza tra mutuo e affitto è rilevante anche in molte altre città, come quella in cui vivo. È un dato di fatto che anche nei centri minori si riscontrino simili squilibri, che incentivano l’acquisto. Capisco che in molte aree il mercato non abbia la stessa vivacità delle grandi città, e che in Italia il desiderio di possedere casa rimane una realtà culturale radicata. Anche nelle città di provincia, la casa di proprietà non è vista come un semplice “patrimonio statico” ma come una risorsa potenziale. Se in futuro dovessi trovarmi in difficoltà o cambiare progetti, posso comunque contare su un bene tangibile che mi dà sicurezza. Non aspetto una “crescita esplosiva del valore”, ma il fatto stesso di avere qualcosa di concreto su cui fare affidamento. Vero poi che il contesto urbano e la situazione immobiliare varino ampiamente in Italia, ma non credo che questo debba sminuire le considerazioni razionali che spingono verso l’acquisto.
Anch'io abito in un paese di provincia e in effetti qui le case costano parecchio. La maggior parte degli abitanti le possono ereditare e non acquistare. Dipende da come funziona la macchina comunale, sono decenni in cui le amministrazioni hanno ben lavorato a favore della comunità e gli effetti si vedono, per fortuna.
Per quanto riguarda il fatto che si debbano diversificare gli investimenti o provarci sono completamente d'accordo. Andrebbe fatta educazione finanziaria a scuola, mi sembra però che siamo molto lontani da questo sogno
Bellissimo post con cui concordo appieno, adesso ne aspetto uno che mi spieghi come investire in prodotti finanziari giusti (i soldi di mamma)
arriverà quel giorno, ma quel giorno non è oggi.
Grazie Valeria, trovo di rado riflessioni così lucide su questo tema che in Italia è abbastanza intoccabile. Tra i miei coetanei vecchi millenial ho visto di tutto: genitori che hanno comprato case in contanti ma solo dopo i 30-35 anni (va a sapere perché) tenendo in pratica i figli in casa con lo spauracchio dell’affitto; amici che hanno usato un intero anno della loro vita in ricerca e ristrutturazione grazie a questa eredità (che non poteva assolutamente servire ad altro) e comunque hanno mutui pluridecennali. Senza contare che tutte queste eredità dei baby boomer in pratica stanno sparendo nel mercato immobiliare di 3-4 grandi città italiane, in cui non darei per scontato che fra 20 anni saremo qui a lisciarci miliardi.
Più che altro mi sembra che non si cerchino altre soluzioni per investire che non siano la casa di proprietà, quando quel denaro potrebbe essere investito in prodotti finanziari più interessanti e ben differenziato. Di nuovo, la chiave è l'educazione finanziaria: sogno un momento in cui a 18 anni anche i figli nati in famiglie meno abbienti possano contare su un gruzzolo accantonato dai genitori durante la loro infanzia, magari con un PAC "sostenibile" e siano i figli stessi a dire: "questo non lo sfrutterò per l'anticipo della casa ma me lo userò per [idea money making a caso]".
Ciao! Ho letto il tuo articolo molto volentieri, purtroppo non riesco ad iscrivermi al canale (dovrò farlo dal Pc). Parlo da persona che ha fatto in 12 anni che vive sola ha già fatto 5 traslochi e mi aspetta il 6 oltreoceano 😱. Son proprietaria di casa, a Milano, che affitterò, e la mia scelta di acquistare casa è stata sempre ferma dentro di me, era un obiettivo di vita. Ho un tasso davvero basso perché l’ho acquistata durante Covid per cui mi ritengo fortunata, intanto per 2 anni ho dovuto rimandare i miei progetti di partenza e reinventarmi visto che oltreoceano mi era vietato andare.
Io vengo da una famiglia dove hanno sempre acquistato tutto quello che hanno, prima casa, seconda, box 1 ecc ecc. ovviamente mi ritengo una parte fortunata di molte situazioni italiane. Io e mia sorella abbiamo potuto studiare facendo master, e scuole private, ma quando son andata via di casa a 22 anni (son davvero contenta di essere andata via presto, e potessi tornare indietro andrei via a 18 anni) ho imparato come gira il mondo e per come son fatta io considero l’affitto uno spreco di soldi perché la casa di proprietà nonostante abbia dei pro e dei contro, per me, è sempre un investimento che si può tenere, affittare o vendere. Infatti io ho acquistato casa mia sapendo che non ci avrei vissuto per sempre, ma che era un investimento a lungo termine. Peró, condivido il punto dove parli di come poter investire i soldi che si darebbero a un figlio per una caparra invece in altro, magari più produttivo. Secondo me in Italia si è troppo legati all’iter di vita che deve essere seguito: nasci - studi - trovi un buon lavoro (lo fai fino alla nausea) - ti sposi - dai vita a prole. Questo porta ad impostare già anche gli aiuti, conosco molte famiglie Italia che aiutano i figli (pur potendo) solo se utilizzano i capitali come voglio decidono loro, credendo che i figli vogliano la vita che vivono loro. Avendo vissuto negli States ho avuto la possibilità di conoscere più a fondo il loro mindset, e mi dispiace dirlo, possono essere criticati come si vuole, ma sono avanti 30 anni, se leggete molti scrittori americani non sarà una novità questa mia frase. Anche nel l’approccio di vita/acquisto casa/ affitto sono molto più aperti, soprattutto hanno una conoscenza finanziaria che in Italia manca totalmente, a meno che non ti informi e fai dei corsi. Questa già è un enorme pecca, dovrebbe essere inserita nelle scuole, è la base della vita. Non voglio rendere tutto troppo lungo, per cui grazie per l’attenzione e grazie per questi articoli molto interessanti che arricchiscono!
Grazie a te per la tua visione, anche io penso che in altri Paesi l'attitudine al rischio sia più sviluppata e gli USA sono tra quei Paesi. La conoscenza finanziaria cui fai riferimento purtroppo è appannaggio quasi solo delle classi sociali più privilegiate degli USA, ma lo stesso non si può dire in Italia dove anche le persone che hanno -teoricamente- pieno accesso alla cultura finanziaria decidono speso di disinteressarsene del tutto. In bocca al lupo per il tuo ennesimo trasloco!
Grazie Gynepraio, mi iscrivo. Però promettimi che fai una stessa analisi sull’acquisto di un’auto!
non sono preparata, mi dispiace Nico. Però se trovo delle fonti te le segnalo, ok?
Questo è molto interessante e mi domando quanto sia tipico solo dell'Italia. Qui negli USA dove vivo vendi/compri casa nel giro di 3-4 settimane (da quando la vai a vedere al rogito - non entro nel merito della disastrosa economia immobiliare USA ma giusto per dare un'idea delle tempistiche). Cmq avendo vissuto in almeno trenta case/appartamenti/stanze diverse negli ultimi vent'anni sono diventata come quella dell'esempio 1, che tanto tra tot ce ne andiamo e la mia "house" non è la mia "home" 😅
Il confronto con gli Stati Uniti ovviamente è bizzarrissimo: per la grande differenza in termini di lifestyle (vedi i famosi traslochi da Wisconsin alla Louisiana caricati sulle station wagon, ma anche gli appartamenti con cucine ed elettrodomestici pre-installati che da noi sarebbero follia pura) ma anche a livello di burocrazia e complessità. Forse ha più senso confrontarsi con il resto d'Europa, dove comunque la % delle famiglie che possiede casa è molto alta indipendentemente dal Paese.
Occorrerebbe un confronto molto mirato e disaggregato: qualcosa mi dice che gli under 35 italiani attribuiscono alla casa di proprietà un valore emotivo maggiore rispetto ai loro coetanei britannici o tedeschi, ma questa è una opinione che non posso sostenere con numeri al momento.
Ahaha esatto! Per mio marito è follia pura l'opposto, che quando uno trasloca si porta via anche la cucina e la lavatrice. Una volta ha detto "e i pavimenti almeno li lasciano o portan via anche quelli?" 😂
Si ok, ma se poi il proprietario di casa non vuole rinnovare l affitto dove ce ne si va? Bisogna stare ogni 4 anni con la paura che si possa essere buttati fuori di casa e con l ansia di doversi di nuovo rimettere sul mercato a cercare? Io ho comprato casa a Napoli nel 2019 con un piccolo mutuo con interessi pari a meno dell’1%. Ad oggi la mia casa vale almeno 50.000 euro in più rispetto al valore iniziale. Sono stata fortunata? Probabilmente! Ma ogni mondo è paese.
Napoli è un esempio virtuosissimo (mi pare che ne parlavamo anche con qualcun altro nei commenti, ho letto anche molti articoli sul fatto che gli affitti brevi legati al turismo abbiano cambiato completamente il mercato immobiliare) ma in realtà nella maggior parte delle città italiane non grandi e non oggetto di esplosione turistica questa rivalutazione non c'è. Quanto al rinnovo del contratto di affitto, è una componente di incertezza, sono d'accordo con te, che però ti porta periodicamente a porti delle domande sulla vita che vuoi fare: non necessariamente essere costretti lasciare una casa è un male, magari ne trovi una migliore, o più vicina al tuo luogo di lavoro, o più piccola se ti sei separato o più grande se hai avuto figli... Per te e probabilmente anche per me questo non è un fatto così positivo, ma per altre persone -magari con una vita meno "standard" della mia- potrebbe esserlo quindi non lo considererei solo uno svantaggio.
Ok ma la verità finale sintetica è che
AFFITTANDO BUTTA VIA I SOLDI
Personalmente la vedo in un altro modo. Io ho comprato casa con mutuo di 15 anni.
Ora ho un immobile che non vale (e probabilmente mai varrà) i soldi spesi + gli interessi. Ma ho un immobile. Ho l'80% (mah!) di quei 15 anni di affitto. Poco? Tanto? A posteriori non ho rinunciato a lavori o opportunità. Dire che l'affitto convenga sempre secondo me è un errore logico. I casi che hai segnalato in caso di non pagamento del mutuo sarebbero molto più gravi in caso di non pagamento dell'affitto. Invece, scrivere: "magari sarei CEO se fossi stata più libera di muovermi" è una ipotesi molto ad hoc. Ovviamente tutto quanto sopra imho
Ciao Ruggero! Io però non ho detto, né scritto, né tantomeno pensato che l'affitto convenga sempre. Ho scritto, e lo ripeto, che l'affitto risulta più conveniente quando stipulare un mutuo condiziona/riduce di troppo la flessibilità e quando comporta un indebitamento eccessivo e un peggioramento della qualità della vita. Se la rata di un mutuo è inferiore a un affitto (magari in alcune zone d'Italia è così) l'acquisto è da preferire, ma il succo del discorso è che comprare una casa in cui vivere è una decisione molto più "emotiva" che economicamente razionale.
Sul fatto che forse sarei CEO non ho riprove in effetti :-) ma sono piuttosto sicura che avrei avuto un percorso di carriera meno lineare e probabilmente di maggiore successo (dopodichè sono qui dove sono, e va benissimo ugualmente, dai)
Concordo allora con te che "dannarsi" per la casa;macchina;barca; etc sia più una reazione emotiva che razionale, e spesso razionalizzata piu che ragionata. Meno convinto sula fatto che sia un ostacolo rispetto all'affitto. Qui il caso reale vince sugli scenari ipotetici (sempre imho)
Tranne che a Milano. Lì è "anche" un investimento, oltre che in alcuni casi pure più vantaggioso.
Milano (anche Napoli, in tempi più recenti) sono piazze immobiliari che fanno eccezione: la domanda di affitti di medio-lungo periodo è alta, ed è data dalla "popolosità" e dalla capacità di attrarre studenti e lavoratori. In più si somma con la sempre maggiore popolarità degli affitti brevi per i turisti. La rata del mutuo è, mediamente, più bassa di un canone affitto (Io sono di Torino e fino a due-tre anni fa non avevo mai avuto la percezione che potesse essere difficile "trovare" un appartamento in affitto: al massimo il problema era trovarne uno che ti piace o con l'esposizione giusta. Poi mi sono resa conto che solo nel mio condominio ci sono 2 AIRB&B e ho unito i puntini 😂)