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feb 13Messo Mi piace da Gynepraio

Ciao Valeria, mi sono iscritta da poco alla tua newsletter, anche se sui social ti seguo da diverso tempo, così come seguo il lavoro di Natalia. So che ti può sembrare impossibile che nel 2024 ci siano ancora persone così ma, purtroppo, è la realtà, e io sono una di queste. Ho avuto un'infanzia felice ma le dinamiche della mia famiglia mi hanno portato a non saper riconoscere e gestire le emozioni e ad avere zero educazione finanziaria. Le conseguenze sono facili da immaginare: mi ritrovo a 35 anni (!) ad imparare le basi di tutto ciò che riguarda i soldi, e a dover fare i salti mortali e a lottare ogni giorno per recuperare un minimo di parità economica e sociale nella mia relazione di coppia.

Grazie per il tuo lavoro, è un piacere leggerti!

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feb 13Messo Mi piace da Gynepraio

Se ti incarcerano, scrivimi. Ti porto volentieri l’arancia con la lima e ti aiuto a scappare!

Di situazioni infelici se ne osservano moltissime e (ahimè) avere un amore grande implica una predisposizione individuale che fa a pugni con la società attuale.

Giustificazioni bizzarre sul perché ci si debba ancora sposare (o scegliere la comunione dei beni) è perché, così, si è più garantite in caso di divorzio. Una logica che non riesco ad afferrare.

Ho avuto il dispiacere di essere testimone di ricatti economici assai biechi dove la donna ne è uscita sempre perdente. Nonostante la firma su un atto di matrimonio.

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feb 13Messo Mi piace da Gynepraio

È un argomento a cui penso spesso e secondo me è un po' retaggio del passato. Le maggior parte delle nostre mamme facevano così. Me ne rendo conto soprattutto perché per mia mamma non era così. Contrariamente al solito (mia mamma è molto grande, si è sposata parecchio grande per i tempi), è sempre stata lei a gestire tutto e così faceva mia nonna (sposata anche lei troppo grande per i tempi). Io provengo da un background diverso perché la mia famiglia è stata da quel punto di vista avanti anni luce. Ma è bene che se ne parli.

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Leggo newsletter caldissime (quelle che scrivo io, e non legge nessuno, nemmeno io) e newsletter freddissime (le tue). Se venisse inventata una unità di misura per le emozioni, tu - non ho dubbi su questo - saresti a capo della squadra di ricerca che poterebbe sul mercato il prodotto finito, che mi immagino possa assomigliare al bastone magico che si usa (?) per cercare la presenza d’acqua, ovvero il punto dove scavare, nelle viscere della terra. Ti leggo con molta trepidazione. Ciao (cuoricino)

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