Valeria, grazie. Parole chiarissime sull'importanza della chiarezza: è una bella matrioska di cristallo. La penso come te su tutto; non so se dipenda anche dall'età (mia, intendo), e da quella sottile e quasi sorniona percezione che non abbiamo poi tutto 'sto tempo per le tarantelle, ma più passano i giorni e più penso che i rapporti - non solo sentimentali, perché questo modo di fare si può applicare anche ad altri tipi di relazione - siano già sufficientemente complessi (in senso buono e non) per star lì a metterci sopra pure i sipari del teatro e i copioni di chissà quale mélo o strategia (sarà un caso che lo STRATEGISMO SENTIMENTALE decantato da Manuela Arcuri sia rimasto soltanto un meme? No, esatto). Aggiungo solo che per molti questo perder tempo proprio e altrui in modo doloso è "un gioco": il confine tra il gioco - che personalmente apprezzo pure - e l'essere torbidi in maniera inconcludente è molto sottile, e per molti/e questa è pure una bella scusa, <imprecazione>.
Con me sfondi una porta aperta. Anche nei rapporti di amicizia, non c'è tempo per le strategie (al limite le tollero nei rapporti professionali, e comunque anche lì non sempre e comunque...). Non la consiglio troppo volentieri perché a volte malsopporto l'autrice ma c'è un episodio recentissimo del podcast "Il sottosopra" di Selvaggia Lucarelli che analizza le parole dei "guru della strategia sentimentale" (gente che fa corsi e si fa pagare, non dico altro) che sono proprio spia di un certo orribile modo di pensare e raccontare le relazioni. Dura 10 minuti ma dice tutto.
Reticente quanto te su Lucarelli, ma proprio perché non di rado - seguendoti - ho la sensazione che la pensiamo in modo simile su alcune cose, l'ascolterò: grazie!
Concordo. La correttezza toglie anche i pretendenti molesti (a parte uno stalker che ebbi anni fa...).
L’essere corretti e apprezzare la correttezza permette di conoscere e farsi conoscere, un viaggio interminabile. Però almeno il viaggio ha le basi per portare a qualcosa di bello... anche il viaggio è importante e non solo la meta. Il bello che si raccoglie, anzi, lo si trova durante il percorso. Bisognerebbe avere solo viaggi, senza mete. Una pretesa inconciliabile in un mondo dove regna il consumismo e le prestazioni.
Io osservo la regola evangelica di dire sì quando è sì e no quando è no. Una mia carissima amica sosteneva che sbagliassi in amore: “Non hai strategia e l’altro si innamora del tuo allestire un romanzo di suspance su te stessa”, io ho sempre creduto che sia meglio scrivere un romanzo a computer piuttosto che ammantare la propria vita di falsità in modo da illudere un’altra persona. Ho impiegato 41 anni a trovare una persona che apprezzasse la mia schiettezza... sa che sono contro il matrimonio e le promesse “per sempre” perché i giuramenti sono la morte dell’onestà. A me piace che tra di noi si possa togliere la maschera che portiamo ogni giorno. Spesso si ritiene che togliere la maschera riveli un sé brutto, invece spesso è la versione migliorata di noi stessi.
... Poi, man mano che l’età avanza è sempre più difficile ricordare le menzogne che si sono raccontate 😂😂😂
Tra l'altro la chiarezza è anche un modo per costruire il consenso, un tema relazionale ed etico molto caldo al momento. Se io ti dico no, significa "no", non significa "ci penso". E questa cosa forse mi ha tolto un po' di carisma e sintomatico mistero, ma mi piace pensare che questa abitudine mi abbia protetta anche da pretendenti molesti, ex insistenti, in generale dalle persone che cercano di infilarsi negli interstizi della nostra arrendevolezza. Magari non è solo per questo, magari sono semplicemente stata fortunata, ma io dico che c'entra.
PS Tra l'altro, chi pensa di conoscerti come se fossi un libro aperto solo perché sei corretta, mediamente è superficiale quindi sicuramente non è la persona per te
Valeria, grazie. Parole chiarissime sull'importanza della chiarezza: è una bella matrioska di cristallo. La penso come te su tutto; non so se dipenda anche dall'età (mia, intendo), e da quella sottile e quasi sorniona percezione che non abbiamo poi tutto 'sto tempo per le tarantelle, ma più passano i giorni e più penso che i rapporti - non solo sentimentali, perché questo modo di fare si può applicare anche ad altri tipi di relazione - siano già sufficientemente complessi (in senso buono e non) per star lì a metterci sopra pure i sipari del teatro e i copioni di chissà quale mélo o strategia (sarà un caso che lo STRATEGISMO SENTIMENTALE decantato da Manuela Arcuri sia rimasto soltanto un meme? No, esatto). Aggiungo solo che per molti questo perder tempo proprio e altrui in modo doloso è "un gioco": il confine tra il gioco - che personalmente apprezzo pure - e l'essere torbidi in maniera inconcludente è molto sottile, e per molti/e questa è pure una bella scusa, <imprecazione>.
Con me sfondi una porta aperta. Anche nei rapporti di amicizia, non c'è tempo per le strategie (al limite le tollero nei rapporti professionali, e comunque anche lì non sempre e comunque...). Non la consiglio troppo volentieri perché a volte malsopporto l'autrice ma c'è un episodio recentissimo del podcast "Il sottosopra" di Selvaggia Lucarelli che analizza le parole dei "guru della strategia sentimentale" (gente che fa corsi e si fa pagare, non dico altro) che sono proprio spia di un certo orribile modo di pensare e raccontare le relazioni. Dura 10 minuti ma dice tutto.
Reticente quanto te su Lucarelli, ma proprio perché non di rado - seguendoti - ho la sensazione che la pensiamo in modo simile su alcune cose, l'ascolterò: grazie!
Concordo. La correttezza toglie anche i pretendenti molesti (a parte uno stalker che ebbi anni fa...).
L’essere corretti e apprezzare la correttezza permette di conoscere e farsi conoscere, un viaggio interminabile. Però almeno il viaggio ha le basi per portare a qualcosa di bello... anche il viaggio è importante e non solo la meta. Il bello che si raccoglie, anzi, lo si trova durante il percorso. Bisognerebbe avere solo viaggi, senza mete. Una pretesa inconciliabile in un mondo dove regna il consumismo e le prestazioni.
Io osservo la regola evangelica di dire sì quando è sì e no quando è no. Una mia carissima amica sosteneva che sbagliassi in amore: “Non hai strategia e l’altro si innamora del tuo allestire un romanzo di suspance su te stessa”, io ho sempre creduto che sia meglio scrivere un romanzo a computer piuttosto che ammantare la propria vita di falsità in modo da illudere un’altra persona. Ho impiegato 41 anni a trovare una persona che apprezzasse la mia schiettezza... sa che sono contro il matrimonio e le promesse “per sempre” perché i giuramenti sono la morte dell’onestà. A me piace che tra di noi si possa togliere la maschera che portiamo ogni giorno. Spesso si ritiene che togliere la maschera riveli un sé brutto, invece spesso è la versione migliorata di noi stessi.
... Poi, man mano che l’età avanza è sempre più difficile ricordare le menzogne che si sono raccontate 😂😂😂
Tra l'altro la chiarezza è anche un modo per costruire il consenso, un tema relazionale ed etico molto caldo al momento. Se io ti dico no, significa "no", non significa "ci penso". E questa cosa forse mi ha tolto un po' di carisma e sintomatico mistero, ma mi piace pensare che questa abitudine mi abbia protetta anche da pretendenti molesti, ex insistenti, in generale dalle persone che cercano di infilarsi negli interstizi della nostra arrendevolezza. Magari non è solo per questo, magari sono semplicemente stata fortunata, ma io dico che c'entra.
PS Tra l'altro, chi pensa di conoscerti come se fossi un libro aperto solo perché sei corretta, mediamente è superficiale quindi sicuramente non è la persona per te