🎵 SONO SOLO CANZONETTE 🎵
Un solo pezzo di Bianconi, ma è lungo e vale per due. Lo ascolto spesso, ultimamente, perché sto facendo alcune cose che mi mettono a disagio e fanno risalire la mia antica paura di essere banale, comune, volgare. Questo brano mi ricorda che qualsiasi cosa può diventare originale mettendoci le mani1
SONO TORNATE LE CONSULENZE FLASH
Sono tornate disponibili le mie consulenze flash: un’ora insieme per validare un progetto professionale o personale, per avviarlo, o per lavorare su un suo specifico aspetto. Negli ultimi tempi ho spiegato, raccontato e valorizzato la mia esperienza in ambito service design e validation attraverso contenuti diversi dal mio consueto standard. Per saperne di più e approfittare di un prezzo scontato, visita questa pagina.
E adesso che abbiamo parlato di lavoro, passiamo a parlare di libri che però, ancora una volta, parlano di lavoro: da pochi giorni è in libreria “La Superba” di Maria Novella Viganò edito da Solferino, che sostiene il numero di ottobre di questa newsletter.
LA TRAMA DE “LA SUPERBA” (SENZA SPOILER)
Potrei -per una volta!- essere sintetica: “La Superba” è la storia dei Lissi, una dinastia industriale brianzola le cui tre generazioni si dipanano lungo il Novecento. Se queste due righe ti hanno incuriositə, ma ti fermi qui perché non ti interessa il mio approfondimento, ti invito ad acquistarlo a questo link.
Per tutti glə altrə, procediamo ma partendo dalle radici: agevolo albero genealogico.
Per fare una saga familiare ci vogliono alcuni ingredienti ricorrenti: tempi storici difficili, clamorose botte di fortuna, drammatici incidenti e scherzi del destino, personaggə spiantatə ma dotatə di un’audacia fuori dal comune2. Proprio come Lucia e Corrado Lissi, ə quali ammettono candidamente che
il segreto del loro successo andava cercato non tanto nel saper fare, quanto nel coraggio di averci provato
I LUOGHI
Eccoli, ə verə protagonistə di questo romanzo: il Lissi, un maglificio che arriva a dare lavoro a 600 operaie, e la villa di famiglia, la Superba del titolo, edificata proprio dinanzi alla fabbrica in pieno stile casa&bottega (o villa&industria, quando si è ufficialmente ricchi).
Lo sfondo è la Brianza, vestita di tutti i suoi migliori topos:
una terra operosa e pacifica, poco interessata alla politica astratta e invece propensa a favorire chi “faceva”.
Ecco cosa ci dice l’autrice Maria Novella Viganò sulla sua terra d’origine:
IL LAVORO
La storia della famiglia Lissi è, prima di tutto, una storia del lavoro: del ruolo che esso gioca nel determinare l’identità individuale -e quella di genere!-, nel forgiare i rapporti interpersonali e di forza. Per ə capostipiti Lucia e Corrado, entrambə di umili origini contadine, il lavoro è emancipazione dalla miseria che hanno toccato con mano durante l’infanzia. Quando dalla sera alla mattina si ritrovano industriali, non cambiano approccio: anche se il rischio della povertà è definitivamente scongiurato e ormai vivono nel benessere, la centralità del lavoro non viene messa in discussione. Vivono e agiscono il loro ruolo in modo intelligente ma anche molto emotivo, alternando presenza e controllo, partecipazione e vigilanza:
[…]Lievi sussurri nascosti tra vicine di postazione, facendo attenzione a non farsi sentire dal direttore che girava tra i reparti come volesse coglierle in fallo. Era assolutamente vietato parlare durante il lavoro, bisognava stare concentrate sul proprio compito, pena una decurtazione dello stipendio.
Insomma, quello che oggi -con un certo disprezzo- definiamo micromanagement: una pratica considerata superata, avvilente per ə manager e invadente per ə collaboratorə. Eppure nel modello dell’azienda-famiglia -quella ipocrita, manipolatoria, tossica- c’era un sostegno verticale e orizzontale prezioso: l’istituzione forniva un salario, ma appagava anche un desiderio di comunità e appartenenza altrimenti insoddisfatto.
In origine il lavoro era un linguaggio, l’ufficio un safe space in cui capirsi: quando ə figliə di Lucia e Corrado scelgono di non onorare lo stesso culto della responsabilità, quando il lavoro viene declassato da “valore” a “grattacapo”, viene a mancare il collante affettivo più prezioso. Poi certo, rimangono i soldi.
Ho chiesto a Maria Novella Viganò quanto della famiglia Lissi ci sia nel suo codice genetico, ed ecco cos’ha risposto.
LA RICCHEZZA
Inizialmente, quella dei coniugi Lissi è una ricchezza, per così dire, sana: è motivante (avrebbe sopportato grattacapi e debiti per trovare soluzioni e vivere comoda) ma non è mai un fine, al massimo un side benefit della loro operosità. Ma col tempo diventa una fonte di stress (cose e case da custodire: soprammobili fragilissimi, pellicce di zibellino, lenzuola di lino, vini messi a invecchiare, bicchieri di cristallo, vetri di Murano, argenti da tenere luccicanti, bauli da preparare, canfore e veline per tenere da conto, frutti fuori stagione, bolidi veloci per fare bella impressione) e infine si rivela una zavorra. Quella che impedisce ai figli Elena e Marco di restituire al mondo l’energia creativa ricevuta in dote e coniugare i verbi al futuro-prima-persona-plurale. Toccherà alla terza generazione, disgregata e ormai privata di ogni ricchezza materiale, rimettere in movimento la ruota del karma e farsi nuovamente famiglia: la capacità riparativa, insomma, acquisisce la stessa dignità dello spirito imprenditoriale.
Dal 27 settembre, “La Superba” è in libreria e nei principali marketplace. Per sapere le date delle presentazioni, puoi seguire l’autrice su Instagram.
Buona lettura, e se decidi di prenotare, ci vediamo in consulenza 🧡
Ispirazioni collaterali
In “La Superba” la Storia chiede il conto a più riprese: eventi epocali come le guerre mondiali, il ventennio, la ricostruzione bussano ma lasciano la scena ai protagonisti e al loro modo di reagire ai fatti. È esattamente l’opposto di quanto accade in un altro esordio very brianzolo del 2023: “La malnata” di Beatrice Salvioni, dove la Storia arriva e sfonda la porta senza chiedere permesso.
Arrivismo e e denaro sono al centro anche del (bel) film “Il capitale umano” di Paolo Virzì, ambientato ai giorni nostri in un comune della Brianza che finisce in -ate, pieno di ville con prati all’inglese.
Per chi ha puro sangue brianzolo, c’è “Il cavallo rosso” di Eugenio Corti (un candidato al Nobel per la letteratura, di cui ignoravo l’esistenza): una trilogia che segue le vicende -again- di una famiglia di imprenditori -again- del tessile.
Sull’autrice
Maria Novella Viganò è laureata in storia e diplomata in counseling di analisi transazionale. Lavorava nell’editoria musicale, ma poi ha deciso che preferiva occuparsi di bambinə e adolescenti in condizioni di fragilità. Nella sua lista dei desideri c’erano “diventare mamma” e “fare la scrittrice”, e li ha spuntati entrambi.
È ovviamente brianzola.
Un mese di contenuti
📷 Instagram: un carrousel sul cosmopolitismo e un altro sull’incomunicabilità intergenerazionale. Un reel su quello che diceva il padre di Natalia Ginzburg, uno su un trattamento estetico e infine il report della mia esperienza di meditatrice. Sul fronte contenuti professionali, ho condiviso la storia di Bite Market e dei suoi punti di forza, una riflessione sul binomio lavoro&passione. Infine, ho rivelato per filo e per segno il mio metodo di validazione dei progetti e di individuazione dei fattori impedienti.
📩 Substack: ho rivelato a una lettrice la mia verità sui rapporti familiari dolorosi e sul distacco, ho preso un po’ in giro i boomer veteronostalgici e confessato come mai in Erasmus stavo per sviluppare un DCA. Per leggerli e sostenere il mio lavoro, clicca qui!
Progetti editoriali
I prodotti editoriali da cui ricavo alcune royalties.
🎧 Podcast “Genitori Onesti” e “Donne che contano”
🎧 Audiolibro “Se tu lo vuoi”
📗 Manuale “From the blog”
In tutti i luoghi e tutti i laghi
Vorrei essere un tipo misterioso, conturbante e sfuggente, ma la verità è che mi trovi in 3 secondi e ovunque: Sito - Instagram - Facebook - Twitter - LinkedIn - Telegram
Anche Baby K, qui sembra che sappia cantare, la amo
Martinitt anyone?